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RIFORMA DI PITTELLA, IMMEDIATAMENTE BOCCIATA DAI DATI DELL’EMIGRAZIONE SANITARIA. È SUFFICIENTE RIPETERE LA CANZONCINA: “NON ABBIAMO CHIUSO STRUTTURE?” EVIDENTEMENTE NO
 
 
Sul riordino del servizio sanitario regionale, si stanno sprecando interventi su interventi che, però, non centrano la questione: la non-riforma del servizio sanitario è una delle peggiori manovre di questo Governo regionale, condita da pseudo-ordini del giorno, buoni solo a sedare, per poco, le proteste dei Lucani.

Il dato negativo dell’emigrazione sanitaria diffuso da Demoskopica, relativo al 2015, è il peggiore tra le regioni italiane. Un lucano su quattro si va a curare fuori regione. Anche solo questo dovrebbe indurre Pittella e i consiglieri regionali che venerdì 30 dicembre, a notte fonda, hanno votato la pseudo riforma sanitaria ad una profonda riflessione: abbiamo fatto bene?

Lasciando perdere le dichiarazioni rilasciate dalla Franconi che, a parte il ruolo di far apparire la Giunta meno maschilista non può ricoprire, questa ennesima bocciatura della Sanità lucana conferma in toto quanto ho stigmatizzato nel mio intervento in Consiglio “se solo un lucano deve andare a curarsi fuori Regione, per la politica lucana è una sconfitta”.

Tutta la politica lucana dovrebbe sentirsi sconfitta e umiliata dal sol pensiero che in ogni famiglia qualcuno è emigrato fuori regione per farsi curare.

Tra tutti i discorsi dei consiglieri regionali che hanno votato una riforma sanitaria inutile, profetiche sono le parole di Bradascio che nel suo intervento lancia l’allarme per il mancato emendamento del Governo nazionale che avrebbe sbloccato la questione della mancanza di medici derivante dall’obbligo di rispettare la pausa dopo il turno di 8 ore di lavoro.

Viste le premesse, questi signori ci devono dire: a cosa serve il refrain che tutti ripetono in queste ore, ‘non abbiamo chiuso alcuna struttura’ se non a tentare di distogliere l’attenzione dei cittadini dai veri problemi della sanità? Un becero trucco da pivelli servito ad arte e condito da ben due ordini del giorno con il quale rimarcano il concetto.

Evidentemente fanno finta di non capire che se i cittadini si recano presso le strutture che restano sì ‘aperte’ ma che non garantiscono un’adeguata offerta di servizi, andranno a curarsi altrove e questi presidi moriranno di asfissia indotta. Indotta politiche miopi di politicanti indifferenti che pensano che i Lucani abbiano l’anello al naso.

Ancora più ipocrite appaiono, quindi, le lamentele di Pittella sui concorsi per medici andati a vuoto. È evidente che una Sanità mediocre, fatta per far fare carriera a qualcuno, non attrae promettenti i laureandi in medicina. E ancora più assurde appaiono rispetto alle dichiarazioni del Primario di reumatologia del San Carlo di Potenza, esempio di eccellenza, che soffre per mancanza di spazi e di medici che non si provvedono ad assumere.

Ovviamente queste incongruenze avrebbero dovuto essere affrontate prima di fare il riordino sanitario e non dopo. Ma nella Basilicata dell’apparenza, in cui è sufficiente dire di aver fatto, senza considerare come lo si è fatto, è sempre tutto a posto!

 
inviato il 05/01/2017
da Gianni Rosa
per la categoria POLITICA