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LA FIABA DEL CIABATTINO PER GNOMI E PER GIGANTI |
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C’era una volta un ciabattino che viveva a Cancellara, un piccolo paese situato nel cuore della Lucania dove le case fanno il girotondo intorno al castello…
È così che inizia la storia - dal sapore di fiaba - di Donato Biscione, l’autore della scarpa da Guinness dei Primati, recentemente scomparso a Bologna alla veneranda età di 98 anni.
Nato a Cancellara il 4 gennaio 1919, Donato già da piccolo manifestava una spiccata precisione e abilità per tutto ciò che gli capitava di fare. Era “mànë péndë”, come lo ricorda la sorella Lucia. Furono proprio queste doti a risparmiarlo dal duro lavoro dei campi per cui, appena adolescente, si recò in un paese limitrofo a far da “discepolo” ad un maestro per apprendere l’arte dello “scarparo”.
Acquisite le tecniche necessarie, Donato trascorse alcuni anni a Cancellara lavorando presso una bottega di calzolaio con l’intento di perfezionarsi nel mestiere. Ormai la vita di paese gli stava un po’ stretta e per sfuggire alla miseria e alla quotidianità, il giovane calzolaio, con il mestiere in tasca e una valigia colma di sogni, si avventurò verso la lontana Argentina. Stabilitosi a Buenos Aires, fu subito notato per il suo talento, tanto da essere nominato caporeparto in una fabbrica di scarpe. Nel frattempo convolò a nozze, per procura, con una giovane donna di buona famiglia conosciuta a Cancellara prima di partire. La neo sposa non esitò a raggiungerlo e dopo un’interminabile traversata oceanica, i due poterono coronare il loro sogno di vita insieme. Erano trascorsi una decina d’anni quando la coppia, che nel frattempo aveva dato alla luce due figli, si trasferì a Bologna dove Donato aprì una modesta bottega di riparazione scarpe. Ormai in pensione, Donato si dilettava a realizzare scarpe in miniatura, finemente rifinite, che raggiungevano a malapena la lunghezza di un pollice: un hobby che aveva iniziato a coltivare, nei ritagli di tempo, quando lavorava a Buenos Aires. Un bel giorno, mentre era intento a realizzare una delle sue minuscole creazioni, fu invitato da una conceria di Pisa a confezionare una scarpa un po’ fuori misura che mettesse in risalto la qualità della pelle utilizzata. Donato prese decisamente sul serio la richiesta, tanto da farsi prendere un po’ la mano. Trascorsero sei lunghi mesi e tra cuciture, chiodi, martello, lacci e lucido, con grande orgoglio presentò la sua creatura: una scarpa lunga un metro e novantadue centimetri. Era un po’ come Geppetto che dal suo pezzo di legno aveva dato alla luce Pinocchio. Considerate le straordinarie dimensioni della scarpa, fu tentato di chiederne l’inserimento nel Guinness dei Primati. E fu così che l’8 ottobre del 1993, dopo attente valutazioni da parte dell’Ufficio Omologazione Primati, la scarpa venne ufficialmente inserita nel libro dei Guinness dei Primati. A questo punto Donato aveva fatto del suo mestiere un’arte, per cui si rimise in bottega per realizzare questa volta un sandalo per donna, anch'esso dalle dimensioni notevoli. Appena terminato, Donato decise di cederlo al comune di Cancellara insieme alla forma di legno utilizzata per la realizzazione della scarpa da Guinness e ad una bacheca contenente una collezione di scarpe minuscole di straordinaria bellezza. Questo generoso gesto spiega il forte legame che univa Donato alla sua terra natia e per la quale il suo cuore ha continuato a battere fino alla fine dei suoi giorni. Il comune di Cancellara ha gradito molto gli omaggi del caro Donato, riservando ad essi un angolo della Sala Consiliare aperto a tutti, curiosi e ammiratori. Della scarpa da Guinness, invece, si sono perse le tracce e la famiglia lancia un accorato appello alla ditta che l’ha commissionata perché possa ritrovarla, semplicemente per scattarle ancora una foto e rivivere il ricordo dell’amato Donato. |
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inviato il 02/03/2017 |
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da Franca Caputo |
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