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IMPORTANTE CONVEGNO SUI PICCOLI MUSEI A CURA DELLA PRO LOCO FILIANO: IL MUSEO DELL’ARTE ARUNDIANA DI FRANCO ZACCAGNINO |
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“I Piccoli Musei narratori dei luoghi” è il tema di un partecipato convegno di approfondimento promosso e organizzato dalla Pro Loco di Filiano, tenutosi domenica scorsa a Filiano presso il Centro sociale “Prof. G. Lorusso”.
I lavori sono stati introdotti dalla presidente della Pro Loco Filiano, Maria Santarsiero, che ha letto un breve messaggio di saluto della dott.ssa Marta Ragozzino, Direttore del Polo Museale Regionale della Basilicata, impossibilitata a partecipare al convegno: «Tema a mio giudizio fondamentale quello del riconoscimento e sostegno ai piccoli musei e alle altre realtà espositive che variamente e capillarmente punteggiano il nostro territorio. Musei e realtà che devono collegarsi in rete per mettere a sistema servizi e strumenti ed offrire, non solo in prospettiva di Matera-Basilicata 2019 ma ben oltre questo fondamentale appuntamento, una grande e variegata realtà culturale fatta di tante esperienze diverse ma ciascuna ricca e preziosa». Nella sua ampia e dettagliata relazione, partendo dal prezioso lavoro che viene svolto dal prof. Giancarlo Dall’Ara con l’Associazione nazionale dei Piccoli Musei, Vito Sabia della Pro Loco di Filiano ha detto: «In questo incontro si vuole porre l’attenzione sull’importanza del ruolo dei piccoli musei non solo per la tutela del patrimonio culturale comune o, come spesso si riconosce, per la custodia della memoria storica delle nostre comunità, ma soprattutto come luoghi di creazione culturale e quindi di vivificazione della società che li ha istituiti». «Al centro del piccolo museo sono le persone: il museo è per le persone. - ha concluso Sabia - Esso è capace di offrire un’esperienza particolare, leggera, spontanea, al di fuori degli schemi e delle pianificazioni. Ai piccoli musei occorre riservare un posto adeguato nello scenario culturale nazionale. I piccoli musei non vogliono crescere in dimensione, vogliono crescere in considerazione.» Nel suo appassionato racconto della nascita del museo dell’Arte Arundiana, il maestro Zaccagnino ha spiegato che: «Il museo dell’Arte Arundiana è un’immersione nel mondo della canna mediterranea. Esso prende il nome da “arundo donax”, nome latino della canna comune. Materiale umile, povero da cui “escono” fuori personaggi inaspettati dal risultato realistico eccezionale.» All’interno del museo vi sono due percorsi: il percorso culturale di questo umile elemento che evidenzia gli utilizzi remoti che se ne facevano fino ai giorni nostri e il percorso artistico del maestro Zaccagnino che, sulla base del precedente ampiamente vissuto, durante la sua infanzia, riscopre questa materia prima, se ne innamora e non la lascia più. Sono visibili le prime opere, dove il maestro sperimentava nelle sue composizioni tutto ciò che questo elemento, così versatile, poteva offrire. È visibile il suo lungo percorso artistico in cui la canna con la sua forma cilindrica, il suo nodino, la sua radice, le sue foglie si trasforma continuamente interpretando ogni tipo di realtà. Oltre al sindaco di Filiano, Francesco Santoro, e al consigliere regionale Aurelio Pace, hanno partecipato i relatori Grazia Pastore, critico d’arte, e Aniello Ertico, direttore di Porta Coeli International Art Gallery. Pastore, intervenendo, ha sottolineato: «Il museo è sostanzialmente un luogo della cultura della memoria, è uno spazio evocativo, è uno spazio emozionale. Il percorso che l’artista Franco Zaccagnino ha voluto creare è un museo dell’esperienza, un genere di allestimento tematico emozionale che ha l’intento di creare delle esperienze narrative.» Affrontata da Ertico la tematica dell’identità di Franco Zaccagnino: «La nota caratterizzante di questa identità è il prendersi cura: le creature arundiane, nella testa di Franco, vivono di vita propria e vogliono sentirsi a proprio agio. Il Museo, più che un museo, è il tempio, con un non so che di sacralità affidata al concetto megalitico. Una sacralità naturalistica che riconosce alle pietre sul portale d’ingresso una funzione di avviso: attenti voi che entrate, terribilis est locus iste, le mie creature sono vive. Ecco, l’identità è quella che coerentemente si afferma dimostrando che abbiamo a cuore la forma e l’estetica.» Il convegno - patrocinato dal Comune di Filiano, dall’Apt Basilicata e dall’Unpli Basilicata - si è concluso con l’omaggio ai relatori di un’opera del maestro Zaccagnino. |
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inviato il 18/01/2018 |
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da Maria Santarsiero |
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