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MOSTRA FOTOGRAFICA – NICOLA DE CARLO E LUIGI MUTALIPASSI , FOTOGRAFI IN RUOTI 1880-1960 |
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Quella magnifica stagione climatica che è l'Estate, da sempre, ci presta il suo tessuto multimaterico senza chiedercene conto per come lo utilizziamo. Noi, in questo, almeno in questo caso, glielo dobbiamo e siamo pronti a spiegarne il perché mutando il pensiero di eccelsi studiosi circa il senso del fare Arte. Perchè è di Arte, di questa straordinaria entità, che la mostra, di cui questa mattina ho goduto, ci parla. Il linguaggio scelto è quello fotografico, che, in una sorta di “pratica obliqua” come in un gioco di specchi Rembrandtiano, ci riferisce di un genere che è strumento di autoanalisi e di terapia, capace di riportare ad unità le differenti identità. Non so se e quanto sia azzardato dire che, almeno in questo caso, attraverso questa bella mostra fotografica, gli osservatori sono chiamati a gustare non solo la “Fotografia” nella sua capacità di espressione di Arte, ma il suo essere autoritratto di un'intera comunità: quella ruotese. Percorrendo il lembo di tempo indicatoci dagli organizzatori (1880 – 1960, Ruoti nella fotografia dei fotografi Nicola De Carlo e Luigi Mutalipassi), prende sostanza un processo non solo cognitivo, emozionale oltre che relazionale, dove, secondo le sensibilità che incrociano, entrano in gioco sdoppiamenti, riflessi, tra la parte che osserva e quella che è osservata, giungendo a far coincidere l'io “soggetto-spettatore” con l'io “oggetto-rappresentato”, proprio come la dinamica che si innesca nell'autoritratto in pittura. Trovo il messaggio, che l'Associazione “Miss48” ci trasmette, una entità fortemente innovativa rispetto alle consuete modalità del fare comunicativo. La collocazione del “Tesoro Fotografico” dislocata su due differenti siti, ma in comunione tra di loro: quello specifico di rete urbana, in cui oltre alle fotografie si gustano gli interventi di recupero architettonico che ben evidenziano la loro capacità di reggere il carico umano della modernità e dove fanno bella mostra alcune macchine fotografiche dei primi del secolo scorso; quello di rete sub-urbana da cui si evidenzia un panorama paesaggistico mozzafiato, esaltato dalle foto che sono impiantate su di un artificio che le sospende e che le rende mutevoli di luce impressa e riflessa. Il valore aggiunto, rispetto alla generosità offerta da questa stagione, è il dimensionamento della Mostra, che, a mio giudizio, si coglie proprio, attraverso questa tipologia di figurazione, e cioè nella capacità di mettere a valore l'essenza culturale dell'essere ruotese nelle sue molteplici espressioni. La partecipazione, fiera, quasi spavalda, di tanti giovanissimi in costume tradizionale, che ti accompagnano gioiosi per le viuzze di Ruoti sino a raggiungere i suoi luoghi, fa collimare, in un unicum, la riproduzione dell'evento in cui il linguaggio visivo, fotografico-architettonico-paesaggistico ed antropologico, si incontra con la dottrina della bellezza e ti conquista. |
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inviato il 03/08/2014 |
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da Donato Claps |
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