Gentilissimi soci,
sono Anna Bia e scrivo questa lettera aperta in qualità di ex- vicepresidente della Soms per spiegare quali sono le motivazioni che hanno condotto alle mie dimissioni, poiché ritengo che i soci che mi hanno votato devono essere messi a conoscenza del perché del mio gesto. Premetto che ho fatto parte del precedente Cda e che ho scelto di ricandidarmi per due motivi:
- non avevo terminato il mandato, pertanto ritenevo doveroso rimanere al mio posto;
- . era in atto uno storico cambiamento della Società Operaia, per cui mi sono sentita in dovere di portare a termine alcune questioni rimaste in sospeso. Il nocciolo della questione è il seguente: di qui a breve sarà sottoscritto l'atto notarile con cui la Soms – ormai quasi certamente - cederà l’impresa commerciale “Gestione delle lampade votive del cimitero di Avigliano” alla Selettra s.r.l.
Non sono qui per sindacare sulla decisione presa, non ho le competenze per farlo, infatti avevo avanzato in consiglio la proposta di richiedere un parere pro veritate, che avrebbe alleggerito la responsibilità del Dda, dando conferma che quella imboccata era davvero l'unica via percorribile.
Riconosco che l’art. 21 dello statuto attribuisce al CDA pieno potere decisionale e deliberativo, ma ritengo anche che, trattandosi di una decisione storica per la Soms, secondo il mio modesto parere si sarebbe dovuto seguire il consiglio del notaio il quale, durante una riunione informale alla quale hanno preso parte la segretaria amministrativa, il Presidente Genoveve e i membri del CDA (eccezion fatta per i consiglieri Salvatore, Genovese e Gerardi), alla domanda del Presidente sulle modalità con cui sottoporre all’attenzione dell'assemblea la prossima cessione d’azienda, ha detto che era auspicabile sottoporre la decisione al vaglio dei soci mettendola ai voti.
Durante il CD del giorno 11 giugno, però, i membri del cda e l'impiegata amministrativa che hanno preso parte a suddetta riunione hanno invece sostenuto la tesi che il notaio avesse consigliato di portare unicamente a conoscenza dei soci la cessione dell'azienda, in sede di assemblea. A fronte del mio intervento, nel quale sottolineavo che il parere espresso dal notaio era invece quello di portare la delibera ai voti, i consiglieri assenti hanno chiesto nuovamente quale fosse stato il parere del notaio e a tale domanda tutti indistintamente, compresa l'impiegata amministrativa, pur non avendo essa alcuna valenza deliberativa, hanno ripetuto una cosa non vera, vale a dire che il notaio aveva consigliato di deliberare prima la cessione e di metterne a conoscenza l’assemblea con un atto successivo.
Lo stesso giorno il CD deliberava a maggioranza di assumersi la responsabilità della decisione della cessione dell’impresa senza sottoporla ai voti dell’assemblea, forte del falso convincimento che queste erano le direttive date dal notaio; durante questa votazione io, avendo preso parte all’incontro con il notaio e sapendo che le cose erano andate diversamente, mi sono astenuta dal dare il mio voto rispetto a una cosa non vera.
Con ogni probabilità la votazione avrebbe avuto lo stesso esito, ma io personalmente non riesco più a sedere serenamente al tavolo delle decisioni sul futuro della Soms con persone che, pur di portare avanti la propria idea, sono disposte a mistificare la realtà: in un successivo incontro il notaio ha ribadito che il suo consiglio era mettere ai voti la decisione, ma che se il CDA si assumeva la responsabilità della deliberazione questo era comunque contemplato dallo statuto, quindi perfettamente legale. Per tutte queste motivazione ringrazio i soci che hanno riposto in me fiducia e allego la presente alle mie dimissioni.