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LE PAROLE NELLO SGUARDO - DALLE OPERE DI CARMINE PISANI AL SUO RICORDO |
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“Ricorda i tempi antichi. Interroga tuo padre e ti racconterà, i tuoi anziani e te lo diranno. ”, così, con queste parole (più o meno queste) Mosè si congeda dal suo popolo, suggerendogli l'importanza di tener viva la memoria. Già, la memoria. Sbaglierebbe, però, chi credesse di farne un uso diverso da quello che, semplificando oltre limite, essa rappresenta, e, cioè: l'antidoto più potente contro la morte (ancora di più quando in questa dimensione facciamo vivere i nostri affetti, le nostre intimità). La memoria: questo straordinario luogo in cui nessuna, nemmeno la più insignificante traccia, può esse erosa, in cui si trovano stratificate le risultanze del tempo; l'algoritmo dell'esistenza. Perché è nella memoria, e con la memoria, che rappresentiamo la nostra volontà di non arretrare nel nulla, con termini fermi e determinati, se vogliamo evitare che il “prezioso carico” si disperda anonimo nelle infinite pieghe dell'oblio. Le parole nello sguardo: quanta poesia in questa frase, che i linguisti cifrerebbero come una sinestesia. Una frase dove molto del suo significato per essere compreso nel suo contenuto deve evocare, anzi, meglio, affidarsi alla memoria; non solo a quella dell'amabile e premuroso Rosuccio – a cui sono legato da un'amicizia forgiata nei roventi carboni del tempo -, ma a quella di chi, non temendone gli effetti dello scongelamento, non intende sfuggirla. “ Le parole nello sguardo ” è il titolo della Mostra di pittura dedicata allo scomparso Carmine Pisani, che il fratello Rosuccio gli ha voluto organizzare, definendola non solo con l'esposizione di opere, ma anche con un Catalogo dalla bella veste grafico-editoriale, come, del resto, lo sono tutti i lavori “usciti” dai tipi della sua tipografia. La Mostra è allestita nel Chiostro del Municipio aviglianese, la sua durata è prevista per soli tre giornate: 8 – 9 – 10 luglio, visitabile nelle ore tardo serali. Dunque, Le parole nello sguardo è la perpetuazione surreale di un'azione; una raccolta incisiva di quel moto pittorico, di quel tracciato grafico, di quella specifica scelta, di quel patimento, di quell'idea, di quella volontà e di molto altro che Carmine ha lasciato e che Rosuccio ha voluto ri-proporre, riesaminando, credo, le ragioni di una scomparsa prematura per riconciliarle sino al godimento, ora, della sua nuova presenza, qui, tra noi, con le sue opere; una sorta - se possibile - di ristabilito equilibrio tra il quanto dato e il quanto mancato di dare, in comunione con la presenza di Carmine che aleggia, pudico com'era, con il suo sguardo e le sue “mancate” parole: una linea di confine che traccia il suo orizzonte, impresso in moto perpetuo che contiene l'uno e le altre, finalmente raggiunte da una nuova forza straordinaria, cioè un punto della storia di ciascuno, rigenerata nell'esatta dimensione della coscienza che, dopo aver rivisto Carmine, possiamo dire appartenerci. |
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inviato il 07/07/2016 |
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da Donato Claps |
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