Tutela del genere femminile nell’Ente Regione, tante cose scritte poche cose fatte realmente in questi ultimi sette anni Cosa è migliorato nella condizione lavorativa delle donne assunte nell’Ente Regione Basilicata dal 2008 ad oggi? Quali sono state le azioni messe in campo per eliminare la disparità che subiscono le donne nel lavoro? Probabilmente poco o nulla, visto che la Giunta, il 15 aprile scorso con la delibera n. 429, ha confermato la validità per le annualità 2014/2015 del Piano Triennale delle azioni positive 2008/2010 approvato con la delibera 1950/2008. Un Piano che dovrebbe rappresentare uno “strumento” per rimuovere gli ostacoli che, di fatto, impediscono la parità tra uomini e donne nel lavoro. Un Piano, mai modificato dal 2008 e confermato nel 2015 anche per il 2014, che dovrebbe incidere sulle condizioni di oltre 360 donne (nel 2007) che rappresentano circa il 40% della forza lavorativa complessiva della Regione Basilicata. Abbiamo chiesto, con un’interrogazione alla Giunta, i risultati conseguiti in questi anni dall’attuazione di questo Piano. Perché se è facile professare dichiarazioni di intenti e principi sacrosanti sul ruolo e la funzione della donna, sulla pari dignità ed uguali diritti degli individui, è più difficile, poi, metterli in pratica ed evitare che le dichiarazioni ed i principi servano solo a compiacere il nostro ego e quello di un certo mondo di intellettuali che parla molto e conclude poco. Cinque gli Obbiettivi da raggiungere in questi anni: superamento degli stereotipi culturali per favorire una cultura di genere, formazione del personale, conciliazione tra vita professionale e vita familiare, famiglia e maternità, promozione della presenza femminile nei livelli decisionali. Prendendo ad esempio quello della “Famiglia e maternità”, che prevedeva tra le opportunità di evoluzione organizzativa della Regione quella della creazione delle strutture e dei servizi di un asilo nido per il personale dipendente all’interno dell’Ente, ci rendiamo conto che nulla è stato fatto in merito e che probabilmente questo nobile obbiettivo sarà stato solo il tema per riempiersi la bocca in qualche conferenza stampa. Ora l’unica speranza che realmente si cominci a fare qualche cosa e che i vari organismi deputati a trattare la materia non siano solo presi dalle discussioni accademiche ma in concreto riescano ad essere da stimolo verso chi deve realizzare tali obiettivi e soprattutto a svolgere la funzione di controllo su quante cose positive, per troppi anni, sono rimaste solo sulla carta, abbandonando quella sudditanza politica che non giova a temi trasversali qual è la parità dei diritti tra uomo e donna. Anche questa è rivoluzione? Potenza 13 Maggio 2015 Gianni Rosa, Fratelli d’Italia Alleanza Nazionale