Petrolgate, diritto alla salute o diritto al lavoro? Scelta immorale. E’ assolutamente normale che il Petrolgate lucano scaldi gli animi, in primis dei lavoratori che vedono a rischio il loro lavoro. Non di meno ha surriscaldato gli animi del resto dei Lucani cui l’inchiesta giudiziaria ha fornito la prova provata di un atteggiamento ‘inadeguato’, a voler essere buoni, da parte di chi doveva controllare, ovvero la Regione Basilicata e i suoi enti strumentali. Come sempre chi paga sono i più deboli, da un lato i cittadini dall’altro i lavoratori. Lo avevamo detto: senza morale chi, in posizione di governo, chiede di scegliere tra due diritti fondamentali: il diritto alla salute e il diritto al lavoro. Ora, dopo il dramma, va pensata la soluzione che passa tanto attraverso l’Eni quanto attraverso la Regione Basilicata. La soluzione però non può prescindere dall’appurare la verità e le responsabilità sia politiche che penali. Alla magistratura spetta il compito di verificare l’esistenza dei reati ma la politica non può sottrarsi dall’assumersi le proprie responsabilità, soprattutto chi aveva il compito istituzionale di controllare e non lo ha fatto. Non ci riferiamo solo ai burocrati ma anche alla politica che decide, governa e nomina. Non a caso, una delle critiche mosse dalla Commissione sulle Ecomafie è proprio quella che chi ha governato ha scelto solo in base all’appartenenza politica, rinunciando alle professionalità che pure sono indispensabili in campi così complessi come la tutela ambientale. I lavoratori devono in primis porsi le stesse domande. Chi ha causato tutto ciò? Chi ci ha condotto nel baratro? Allora si lasci fare alla magistratura il suo compito, ma al contempo si chieda, in uno al rispetto del diritto al lavoro, il rispetto della persona. Continuare ad essere presi in giro da questi politicanti non è più tollerabile. Potenza, 26 Aprile 2016 Gianni Rosa, Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale