ROMANIELLO SU DDL SANITÀ: ASCOLTO PER FAR PASSARE IL TEMPO E NON CAMBIARE NULLA

Oggi pomeriggio la IV commissione , dopo il rinvio di questa mattina a seguito di una ulteriore riunione del gruppo PD ed altri pezzi della maggioranza sul DDL di riordino del servizio sanitario regionale, ha licenziato la legge con il nostro (le minoranze) voto contrario, partorendo una norma al 90 per cento identica a quella licenziata dalla giunta. Il 10 per cento è un capolavoro di architettura legislativa e modello di programmazione che solo questa maggioranza, dopo essersi divisa poteva produrre rendendo ridicola la Basilicata agli occhi non solo dei lucani ma dell’intero Paese.

Come a tutti noto la norma è nata dalla necessità di tener conto del decreto ministeriale 70/2015 e del rispetto della direttiva comunitaria sugli orari di lavoro che l’Italia ha recepito nei primi mesi del 2014. Questa giunta unitamente alla sua maggioranza non si è mai posto il problema dell’aggiornamento del piano sanitario regionale del 2012 scaduto a fine 2015 e quindi necessitante di una valutazione sugli effetti e le criticità prodotte, ha solo pensato, nel 2016 a dare copertura ai direttori Generali delle aziende responsabili di non aver adottato i necessari provvedimenti per il rispetto della direttiva sugli orari, arrivando ad oggi ad approvare un disegno di legge che è la negazione della programmazione in un settore fondamentale a difesa della salute dei cittadini.

Per quattro mesi si è andati sui territori a parlare di riorganizzazione, dichiarando la volontà di ascolto; si sono fatte decine di audizioni in commissione ed alla fine non si è tenuto conto di nulla, l’unico fatto positivo riguarda il fatto che l’ospedale di Pescopagano rimane ancorato al San Carlo, dato necessario per evitare di rispondere del non corretto uso di fondi pubblici e quindi del blocco del progetto di realizzazione di una struttura di eccellenza.

Non si è avuto il coraggio di razionalizzare veramente, spostare risorse dalla cura alla prevenzione, rafforzare la medicina di territorio. Un segnale negativo per i cittadini di Basilicata che come tutti sanno, hanno una percezione di forte mal funzionamento della sanità dimostrata dalle lunghe liste di attesa, dal permanere di una forte emigrazione sanitaria e da una qualità ed appropriatezza dei servizi forniti che ci vedono agli ultimi posti nella graduatoria nazionale elaborata da Agenas sul programma nazionale esiti (PNE) 2016.

Al di la del merito per cui si cambia tutto nella gestione per non cambiare nulla, il dato politico riguarda il rapporto fra politica e cittadini. Non è consentito a nessuno in un tempo, quello attuale, di forte crisi della politica e della rappresentanza, chiamare i cittadini a condividere/partecipare alle scelte che li riguarda per poi non tener conto di nulla. Il danno che si produce nel rapporto di fiducia è doppio. La discussione sulla sanità doveva partire in primis dalla valutazione delle inefficienze e delle criticità esistenti per rimuoverle offrendo un progetto di servizi sanitari che necessariamente deve partire dalla programmazione e quindi da un nuovo piano sanitario regionale per poi declinarsi sul versante della rete dei servizi, sia ospedalieri che territoriali, mettendo al primo posto i cittadini piuttosto che il mantenimento della rete di consenso e la difesa di chi la sanità in Basilicata l’ha ridotta in questo modo.

27/12/2016 - autore: Giannino Romaniello
Gruppo Misto Opposizione
categoria: POLITICA
 
     

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