UNA COMUNITA' DA RIVEDERE

Si chiedeva un comunicato stampa concernente il mancato ritorno degli alunni nell'edificio “Silvio Spaventa Filippi” e l'amministrazione con l'aplomb che la caratterizza ha provveduto volendo forse mettere a tacere il “grillo parlante” di turno.

A questo punto, 33 righe (come gli anni di Cristo) dovrebbero essere sufficienti ad acquietare genitori, alunni, docenti ed interessati tutti, ed allo stesso tempo dovrebbero porre fine al continuo malcontento celato o no di chi puntualmente credeva in una comunità intelligente. Il fatto però è un altro:
questo comunicato rappresenta il solito garbato tentativo di far breccia sull'affidamento della gente nonché il sistema per trasformare decisioni sconcertanti in decisione prese per “il bene di un'intera comunità”.

Fermo restando che si è trattato di una decisione praticamente imposta dato che è stata resa pubblica a pochi giorni dall'inizio dell'anno scolastico senza il tempo necessario per valutare di concerto altre possibili soluzioni.

Qualcosa da ridire già ci sarebbe nel ritardo di tale comunicato stampa; se i lavori sono terminati il 21 dicembre e si conosceva la necessità di espletare gli ulteriori adempimenti amministrativi, come mai si è atteso il 24 gennaio per informare la cittadinanza mentre la scuola si riapriva il 9?

Concessa l'attenuante del cattivo tempo che ha irrimediabilmente costretto l'amministrazione comunale a confluire tutte le risorse e il tempo a disposizione nell'emergenza della “calamità naturale”; posto che i ringraziamenti ai tecnici, agli Atenei, all'impresa appaltatrice, non rientrano nell'interesse proprio del cittadino, quanto piuttosto nel protocollo politico che va seguito in altra sede; non si è spiegato il motivo di tale lentezza nell'effettuare il deposito della relazione a struttura ultimata. Sebbene la legge consente la redazione della stessa nei termini previsti di 60 giorni dall'ultimazione dei lavori strutturali poteva, data la necessità e vista l'urgenza, essere presentata a lavori terminati, quindi il 21 dicembre. Del resto le certificazioni dovevano essere già in possesso della ditta esecutrice dell'opera.

Andiamo avanti: giustamente la scuola ha bisogno di tinteggiatura ed ecco pronte somme appositamente stanziate per far fronte a questo “imprevisto”. Guardate bene però, qui ci troviamo di fronte a rappresentanti del popolo molto attenti; citando il comunicato stampa “omissis....e la possibilità di impegnare una parte delle risorse previste per le forniture, per la sostituzione della

centrale termica” ci viene spontanea la domanda se nella gara di appalto vi era quantomeno la revisione dell'impianto termico. Come mai solo adesso si decide di sostituirlo?

Ma forse anche questo alla gente interessa poco.

Si parla di sinergie delle forze per garantire la buona formazione di ragazzi che saranno i pilastri della società, ma personalmente ho visto solo l'accollarsi di disagi e preoccupazioni da parte delle famiglie, eludibili con un po' di buonsenso da parte di chi provvede all'amministrazione della cosa pubblica. Per poter cambiare una comunità non è sufficiente la solita lavata di faccia, il solito brontolio inconcludente di persone che non vogliono guastarsela con nessuno. Si è accettato il trasferimento in un “container” in assoluta buona fede; si sono mal volentieri accettate le conseguenze e gli eventuali rischi e disagi; si è creduto nella trasparenza e linearità delle modalità di assegnazione dei lavori strutturali e della corretta esecuzione delle prestazioni contrattuali.

Nulla di personale si badi bene, ma questa volta sembra che si stia offendendo ancor più l'intelligenza di chi, per l'ennesima volta, ha dato fiducia a persone che non sono solo politici ma hanno anche la responsabilità di essere genitori.

Crescere ragazzi per il futuro in una comunità dove il fatalismo, il dire “ormai è andata così, rimaniamo in questa scuola così almeno i ragazzi non perdono le lezioni”, è causa di delusione e tristezza. Crescere ragazzi secondo principi di trasparenza, linearità e coerenza intellettuale, potrebbe essere la strada migliore per dare una svolta alla comunità. Non bastano le 33 righe. Non è propaganda politica, non è interesse personale, né un sermone, ma la semplice constatazione di una comunità in declino.

24/01/2017 - autore: Loredana Rizzi
categoria: SCUOLA ELEMENTARE SILVIO SPAVENTA FILIPPI
 
FILE DISPONIBILI PER IL DOWNLOAD
     

Back