TRIBUTO A SERGIO QUAIATTINI

L'altro ieri, 6 febbraio, nella chiesa di Sant'Anna a Potenza, abbiamo reso l'ultimo applauso a Sergio Quaiattini, Friulano doc, che negli anni '60, con le sue gesta sportive, fu uno dei maggiori artefici della scalata del Potenza Calcio alla Serie B. Capitano di quell'Undici che in sole tre stagioni raggiunse, partendo dalla Serie D, prima la "C" e poi la Serie Cadetta.

Qualche vecchio tifoso lo ricorderà quando calcava il rettangolo verde dei campi di calcio, con classe limpida e tocco vellutato, centromediano metodista, ottimo interdittore, spiccato senso della posizione, personalità e autorevolezza tali da renderlo il principale riferimento dei suoi compagni, i Leoni Rossoblù. Io, invece, lo ricordo per averlo visto sedere sulla panchina dell'Avigliano Calcio, come allenatore e per esserne rimasto affascinato per via del piglio imperioso e dell'inusuale accento, retaggio delle sue origini settentrionali. Ragazzino qual ero, seguivo le vicende dei beniamini locali, giovani che conoscevo personalmente, di alcuni ero amico, e che alla domenica in campo vedevo trasformarsi e diventare veri campioni.

Capii solo più tardi, che a far si che quella metamorfosi avvenisse settimanalmente, era stato Quaiattini, che aveva portato, nel nostro paese, sì competenza e sagacia calcistica, ma soprattutto e per primo in assoluto la capacità di inculcare in quei giovani la consapevolezza di non essere inferiori a nessuno, anzi la "certezza" di possedere tutti i mezzi necessari per primeggiare ovunque. E fu proprio così, mister Quaiattini gettò le basi affinché la Città di Avigliano, con quasi esclusivamente atleti locali, potesse vedere la propria squadra gareggiare con compagini di gran prestigio e il proprio terreno di gioco, il Campo Sportivo Comunale di Contrada Cefalo, incluso fra gli "stadi" della Serie D. Il resto è storia recente, che tutti gli appassionati di calcio locale ricordano e che come massimo traguardo raggiunto ha visto i Granata dell'Avigliano Calcio giocarsi un posto in Serie C, nello "sfortunato" spareggio di Cassino contro L'Aquila.

Nazzareno D'Andrea, carismatica e ruvida "vecchia gloria" del calcio Aviglianese, mi ha raccontato, con orgoglio, di essere stato avversario, in campo, di Quaiattini, e di averne saggiato personalmente le doti, non solo tecniche, ma anche caratteriali e fisiche, confidandomi che, negli incontri che seguirono, fuori e dentro il campo da gioco, gli si rivolgeva chiamandolo "Maestro Sergio". Oggi non si può che definirlo un autentico "seminatore d'oro", maestro di calcio sì, ma innanzitutto maestro di vita, dei risultati da lui raggiunti ne sono la testimonianza tanti ragazzi della "Terra" di Avigliano che sono riusciti a recitare un ruolo da primattore sul palcoscenico del calcio Lucano e non solo; ecco qualche nome, citato a memoria, e mi perdonino gli esclusi: Carminuccio Colangelo (Cavaliere), Vito Gerardi (Fruscett'), Tommasino Samela (Macciuuann'), Roberto Mecca (Pepp' Cozz'), Nardino Marsico (Masculett'), Carminuccio Santoro (Cill'), Vito Donato Mancusi (Lu Mul'nar'), Nicola Ridolfi, Narduccio Lovallo (Cola Runat'), Tommaso Coviello, Angelo Vito Pisani (Johnny), i fratelli Ciccio e Pompeo Verrastro (Vignal').

Cosa resta da aggiungere, la sagacia e l'ironia che Quaiattini usava quando doveva dire qualcosa ai suoi ragazzi, resta memorabile la sua battuta, rivolta ad uno di loro: -"Tu ragioni solo una volta a settimana, e non capita mai di domenica!"

Coloro che abbiamo apprezzato e ammirato, quando ci lasciano non sono più dov'erano, ma solo perché sono ovunque noi siamo!

Grazie Mister, Avigliano ti sarà riconoscente per sempre!

08/02/2017 - autore: Vito Stolfi
categoria: SPORT
 
     

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