TRA IL MANDOLINO, LA MANDOLA E IL MANDOLONCELLO ECCO "I PINK FLOYD" AD AVIGLIANO

Quello di ieri sera ad Avigliano, ospitato del Ristorante “da Tuccio”, è stato il quarto appuntamento con il Festival del Mandolino di Avigliano, organizzato dall'Orchestra a Plettro “Domenico Manfredi” – Città di Avigliano e dall'Associazione Politeia, col patrocinio dall'Amministrazione Comunale. In concerto i Maestri, Valerio FUSILLO, Gaetano ARIANI e Mauro SQUILLANTE. La manifestazione ha interessato un intervallo di tempo, oseremmo dire di confine, a cavallo cioè di due giornate: quella del'8 e del 9 di questo bizzoso mese di agosto. La scena, anch'essa di confine, è stata allestita in uno spazio all'aperto messo a disposizione dal Ristorante “Da Tuccio”. Qui, vigorosi, fronduti, rami di un noce, impressionati alla Seurat, si stagliano dal fondo del suggestivo profilo di un vecchio diruto, intercettato da un solido costruito edilizio, alla cui sommità insiste, accarezzato dalla brezza prenotturna, il drappeggiante tricolore che, come noi, ha goduto della musica ben restituita grazie alla buona acustica ricavata. Avvolti dal tenore di una luce calda, nella magia del chiaroscuro reso, c'eravamo tutti. Le prime due, delle file disposte, ho notato essere state interamente occupate da giovanissimi che, come noi gente di confine, erano li, pronti a godere con rapita attenzione, quello che si sarebbe rivelato un magnifico, spettacolare, evento, denso di materia interessante: la musica. I tre musicisti, dopo averci regalato finanche le preziosità sonore dei loro strumenti nella fase dell'accordatura, hanno preso posto su di un piano, anch'esso di confine, leggermente instabile e sopraelevato, costituito da comunissimi bancali di legno. L'hanno voluto per segnalarci simbolicamente quanto sia necessario praticare l'esercizio dell'equilibrio, oggi più di ieri, in un mondo che muove veloce. - Per inciso, la mia lettura personale è che quell'arredo testimonia della capacità di quegli artisti autentici di non lasciarsi influenzare da minimalismo alcuno -. Dalla sinistra, dove si posiziona, il Maestro Mauro Squillante, che, con il suo mandoloncello, ci saluta, si presenta e ci presenta Gaetano Ariani, maestro di mandolino, quindi, alla mandola il Maestro Valerio Fusillo. Il tempo è quello prossimo e il miracolo sta per compiersi. Il gruppo, sul dettato dadaista, ha deciso di rappresentare il più noto LP rock che il mondo conosce e lo fa non con arrangiamento strumentale ma in maniera assolutamente libera ed ispirata. Con un'insolita gestualità di conduzione, dopo un impercettibile cenno, eccola che giunge la prima battuta: quella del madoloncello. Chiama a raccolta il mandolino e la mandola dando inizio al racconto. La mani, i polsi le dita, il capo chino, gli occhi socchiusi, il tambureggio del piede la postura dei corpi danzanti, accavallano, penetrano lo strumento distinto, ed ecco che i registri sonori, come tratti di pittura futurista, riproducono le molte frasi parlate che ci dicono della follia e della lucidità delle azioni umane. Si ripete perpetua la genialità che le volle inserite nel dato musicale classico come commenti di momenti particolari, in cui anche una pausa è partecipativa di una riflessione più ampia. Anche qui i nostri maestri sono riusciti ad integrarle nei termini corretti della narrazione. Il trio, coeso, protende verso il medesimo obiettivo e riproduce, senza frazione, la scena dei Pink Floyd. Quella di quando, nel 1973, con l'album The dark side of the moon, ci vollero narrare il viaggio dell’esistenza umana alla ricerca dell’identità. - Ricordo che questo album è rimasto per oltre trenta anni nelle classifiche Hit, cosa unica in un mondo che riduce a vecchio quello che ieri era nuovo! - . Il concerto avanza. La bravura dei musicisti è tanta e tale che porta taluni ad interromperne l'armonia prodotta introducendo, fuori spartito, il suono del loro applauso scrosciante. Solo un cenno di gradimento e si riprende. I musicisti tornano a narrare la vita. L'eccellente amalgama tra tecnicalità, esercizio e passione di esecuzione dei tre maestri, diviene unico elemento composito dove la musica registra la sua disponibilità di Essere. Alla mandola il compito di tratteggiare il ritmo del battito cardiaco; interviene con sapienza il mandoloncello del maestro Squillante, ed ecco che, dagli acuti di questo suo liuto cantabile, preludono nuove scenari stratificati. Lo spazio, ora, è materia visibile. Tangibile, sino alla sua quarta dimensione. L'imponenza timbrica delle intonatissime sonorità, ammalia. Il suono, a tratti volutamente più distinto, del mandolino del maestro Ariani, permea con la sua partenopeità, candida e tetra (come vuole il suo costume carnevalesco) il tratto fumoso delle realtà metropolitane, qui, il suo arpeggio si fa tintinnio ed emula i moderni sesterzi, quando cadono dalle macchine-gioco. Riesco appena a conservare un attimo di lucidità e rilevo, sul volto di una fanciulla, i segni di un rapimento ieratico. Una folata più decisa, ci porta l'ora tarda, quella scoccata dal Campanile. Ci dice siamo oltre la mezzanotte, abbiamo varcato la frontiera. Siamo nel nuovo giorno. Lasciamo la vecchia linea di confine. Sono insieme agli amici Angelo Summa a Vito Martinelli, a Franz Manfredi, a Massimo Vaccaro, a Gino Mancino e la sua compagna Sabina, insieme a Vitina, Rosalba, Angela, Margherita, Luciano, Carmela... Insieme a tutti gli altri presenti, salutiamo. Ringraziamo il Maestro Gaetano ARIANI con il suo Mandolino, il Maestro Valerio FUSILLO con la sua Mandola ed il Maestro Mauro SQUILLANTE con il suo Mandoloncello. Li ringraziamo per averci offerto il loro sapere, per averlo fatto testimoniandoci di un amore di una passione che dipinge con le note un ricordo minuzioso, che varca il confine e volge ad un futuro senza frontiera.
09/08/2014 - autore: Donato Claps
categoria: EVENTI
 
     

Back