LETTERA APERTA AI TANTISSIMI AMICI CHE MI RINGRAZIANO PER QUELLO CHE POSTO SU FB

Caro/a Giovanni, Luigi, Maria, Cristiana, Orlando, Enzo, Luciano, Giovanni, Immacolata, Vitina, Rosa, Carmela, Concetta, Francesco, Anna, Emilia, Donatella, Lisa, Gae, Simona, Margherita, Regina, Vittoria, Clelia, Antonella, Jolanda, Carmela, Rocco, Lucia, Gisella, Alice...

eccomi qui, a te, dopo che anche l'ultimo baluardo delle mie ritrosie ha ceduto difronte alle tue lusinghe: sicuramente gradite, certamente immeritate e che, ad onor del vero, meritano una mia precisazione.

Ho deciso, per questo, di scrivere questa mia e di farlo secondo la formula della “Lettera aperta”. Approfittando, come faccio, delle enormi disponibilità e notevoli potenzialità del socia, non poteva che essere così! La indirizzo ribadendoti e significandoti tutta la mia stima e la mia considerazione, per la curiosità, non solamente intellettuale, che non hai esitato dimostrarmi, chiedendomi della mia attività su FB, segnatamente a quella che mi vede postare, con frequenza, più o meno, giornaliera, dei disegni, che, forse, troppo poeticamente, chiamo “pensieri colorati”, e che tu dici appartenere come fregio e di diritto, al tempio dell'Arte. Prima di risponderti nel merito, ti prego: concedimi un altro po' del tuo tempo. Spendilo per comprendere tutto il mio disagio, “costretto”, come sono, a parlare, mio malgrado, di me, e di farlo usando, in maniera evidente, la declinazione del pronome riflessivo, offrendo, involontariamente, il fianco a quanti mi descrivono, nell'accezione negativa, come un inguaribile vanitoso, presuntuoso e pieno di sé (Si sentano pure, costoro, liberi di continuare a sguazzare nei lipidi olezzanti di cui evidentemente, mai riusciranno a farne a meno.). Mi ritorna, forse per mero e confesso vezzo, la lezione, cui assistetti qualche tempo fa in un'aula dell'ateneo barese, di un professore associato di discipline Demoetnoantropologiche, secondo cui un mantra positivo produce significativi effetti benefici sulla chimica cerebrale, facendone aumentare la produzione di endorfine. Insomma, una sorta di farmacologia endogena, che ti inserisce in un circuito virtuoso, il cui stimolo parte da un elemento organico (nel caso di specie, il disegno, o, se vuoi, il pensiero colorato) e finisce per stimolare emozioni e pensieri. Fuor da facili, ecumeniche locuzioni, lo scopo è: l'auspicio di prodursi in “buoni” esempi comportamentali; compiere sereni passi nel cammino quotidiano. Dunque, lungi da me il credere che quei disegni hanno a che fare con prodotti attinenti, l'arte. Non lo sono neppure lontanamente! Ho molto rispetto per questa, che, per le mie possibilità culturali, è: "Indefinibile Entità", come pure ho chiara l'entità dei miei confini, per credermi quello che esattamente non sono, e cioè un'artista! E qui, in controtendenza rispetto al topos dei miei natali, non posso non riferire di una peculiarità tutta aviglianese, che vuole, il ridente paese, offrire, nel suo gene demoantropologico, fragorosi, copiosi, generosi esempi di artisti, che si cimentano impegnando, in toto, il sistema sessagesimale e che si esprimono con caparbio furore ad ogni piè sospinto. Immaginando, o, meglio ancora, considerando di manifestarsi con le generalizzabili risultanze che Enopio produsse ad Orione. Questi Magister Artis: punto di vanto ed orgoglio indigeno, non faticano affatto a sottolineare la propria generosa produttività artistica: ambita ed apprezzata dai tanti “Orione” che accorrono per accaparrarsene le “opere” o goderne nella “vista”. Osservo, perché Orione non sono, che la spavalderia enfatica trionfa e travolge la corretta sintassi. Rilevo che l'ambito della gratifica soddisfa, si, ma il modello è quello feudale, dove, notoriamente, gli ambiti e gli spazi hanno modesto respiro e “ 'l guardo volge si ben di qua dal zenit suo”. Deduco, stante le cose, il facile esecizio di tanti a travestire il senso autentico di quella magnifica “Indefinibile Entità” che è l'Arte.

Tanto, mio/a caro/a, ti dovevo a chiarimento e per amor di onestà.

Con affetto, il tuo.

P.S.
Colgo l'occasione per rasserenare i tanti altri amici, che mi onoro avere oltre confine, a cui assicuro la mia identica premura perché anche a loro giunga, con la mia gratitudine, questo identico chiarimento, - mi perdoneranno - ma solo quando avrò padronanza con i loro rispettivi idiomi: spero presto!!!
09/10/2015 - autore: Donato Claps
categoria: CURIOSITÀ
 
     

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