PRESENTATO FIOR DI AVELLANA DI GENNARO CLAPS

Poeti, scrittori e dialeto aviglianese nell'ultima opera dello storico e giornalista Claps

Discutere di dialetti e linguaggi popolari è tornato di moda, arrivando persino a chiederne l’insegnamento nelle scuole. Tralasciando proposte provocatorie o estemporanee, i vernacoli sono lungi dal morire come lingua viva, anzi la Basilicata è tra le regioni di cui se ne fa uso più assiduo e presenta un’enorme ricchezza di varianti e lessico derivante dalle influenze del passato: greci bizantini, gallo italici, albanesi, normanni e saraceni. Un patrimonio linguistico importantissimo perchè racchiude l’origine e la cultura di un popolo nel trascorrere dei secoli come ha sottolineato la glottologa Patrizia Del Puente dell’ateneo Lucano, curatrice dell’Atlante Linguistico della.Basilicata. “fior di Avellana” l’ultima opera di Gennaro Claps, un titolo poetico che si rifà ad un’ipotesi della toponomastica di Avigliano, da avella, l’albero di nocelle che è raffigurato nello stemma comunale. Un libro sul dialetto e la poesia popolare che si può definire una fonte letteraria per le precise monografie ed i testi di 11 poeti e scrittori locali tra i quali il talento Domenico Claps, la cui prematura morte a 35 anni nel 1930 l’ha reso poco conosciuto anche agli eruditi, un libro di studio per la trattazione della nascita dei dialetti in Italia ed un’analisi linguistica e storica di quelli lucani. Un volume che si rivolge sia agli studiosi per le numerosissime notizie riportate nel testo e nelle note curate con certosina precisione dal Claps, che a studenti o lettori che vogliano ampliare l’erudizione su una letteratura minore. “ Una letteratura minore che è importantissima “ spiegava Rita Librandi dell’Orientale di Napoli “ perchè da indicazioni di come la cultura, le mode artistiche erano vissute e percepite nelle periferie. Quando semmai gli unici centri di Cultura erano Firenze o poi Milano.”. Presente come relatore anche Pasquale Caratù dell’università di bari che negli anni 80 ha svolto un’indagine dal vivo sui dialetti lucani, registrando versioni in vernacolo della parabola evangelica del “figliol prodigo”. Il dialettologo barese nell’intervento ha messo in evidenza tracce gallo italiche anche nel dialetto aviglanese, oltre che elementi normanni e ha ribadito che la teoria che fa discendere la toponomastica di Avigliano dal latino Avilius, nome di una famiglia gentilizia tardo imperiale.
19/11/2009 - autore: Leonardo Pisani
fonte: LA NUOVA DEL SUD

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