Restano fuori gli uomini di Sabia. Domenico Salvatore (PdL): un atto di sciatteria istituzionale
Il primo consiglio, in data 17 numero da jattura per gli scaramantici ma finora senza valore politico, qualche grattacapo l’ha portato al neo Sindaco Vito Summa, la formulazione della sua giunta si concretizza qualche manciata di minuto a ridosso del primo consiglio comunale. Siparietto da prima repubblica, magari direbbe qualche nostalgico, invece avanspettacolo da II o III repubblica lo definisce qualche cittadino, dove le frizioni non sono nate tra legittime o meno aspirazioni partitiche o questioni di visibilità politica, ma invece per dissidi interni al maggior partito della coalizione, Il Pd cui è iscritto il sindaco, ha cercato di smussare le varie querelle sorte per la rappresentanza dei minori, facendo atto di lungimiranza politica, evitando posizioni egemoniche e promuovendo il pluralismo e la concordia con i minori. Invece quando sembrava tutto risolto, i problemi nascono da “una corrente di una mozione”, con precisa collocazione geografica – area Santangelo –, legata da vincoli di amicizia e affinità con il suo gran elettore, l’ex consigliere provinciale Angelo Vita Sabia. Gruppo interno al Pd capace di eleggere tre consiglieri Donato Sabia, Anna D’Andrea e Antonio Mecca. Sembrava quasi tutto pronto, si doveva solo scegliere i rappresentanti del Pd in giunta, ma alla riunione del 16 alle 21: 30 tra le delle legazioni dei partiti, la richiesta di 3 assessori al Pd, di cui 2 al gruppo “Sabia”, a discapito della presenza del Pdci, situazione che, sia la maggioranza del Pd non accettava, sia i Socialisti e la Sel hanno controbattuto con forza. La riunione si scioglieva con un nulla di fatto, inizia quella del Pd fino a circa le 2 di notte che finisce senza soluzioni o ripensamenti, tutto rimandato al giorno seguente. L’ex sindaco Tripaldi in un’intervista rilasciata alla Nuova, consigliava al futuro sindaco di avere pazienza e di stare attento agli avversari, che spesso sono interni. Consiglio profetico che si è avverato. Poi le diplomazie si sono mosse, determinante anche il ruolo di Domenico Tripaldi e dell’esperto Domenico Pace, arrivando a pomeriggio inoltrato e con consiglieri e cittadini già in aula, alla soluzione dell’organigramma “5+1c on sorpresa sorpresa”:entra Vito Lucia, neoconsigliere residente a Lagopesole, restano fuori i consiglieri del “gruppo Sabia”, che per protesta arriveranno in notevole ritardo al primo consiglio comunale. Un dissidio eclatante, notato sia dal numeroso pubblico in salsa, cui vanno aggiunti le centinaia che seguivano sul sito www.aviglianonline.eu e sopratutto stigmatizzato con determinazione dalle opposizioni intere, Unità Popolare e dal Pdl. “Sciatteria Istituzionale” questa definizione usata da Domenico Salvatore del Pdl, ironico invece Vito Fernando Rosa che li definisce “La Lega Nord di Santangelo”. Come facile prevedere, è diventato l’argomento di discussione del giorno anche sul social network Facebook, divisa tra sostenitori del centrosinistra preoccupati per la futura tenuta dell’amministrazione Summa e in modo speculare i sostenitori del centrodestra che commentano che sia un’amministrazione nata male e senza programma politico, cementata solo da accordi di potere. Mentre la cittadinanza e l’opinione pubblica, lontana dalla stanze delle segreterie partitiche, valuta negativamente questo episodio, tra l’altro inedito nella prassi istituzionale cittadina, segno di una “politica” che corre il rischio di allontanarsi dalla comunità e di inseguire particolarismi e localismi.
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19/04/2010 - autore: Leonardo Pisani |
fonte: LA NUOVA DEL SUD |