BANZI, LA BADIA DIVENTA GALLERIA CON L’ARTE DI PEDOTA

L’artista senza tempo e fuori degli schemi espone le sue opere fino al 18 ottobre

La Badia Santa Maria “ gioiello “ di Banzi edificata nell’ 806, che raggiunse il massimo splendore nell’età normanno-sveva, diventa fino al 18 ottobre galleria d’arte. Nelle sue sale che trasudano di cultura normanna espone con le sue opere l’artista a-cronico, Giuseppe Pedota. L’artista senza tempo, lontano da mode e stili consolidati. Un libero pensatore, proiettato nel futuro. I dipinti di Pedota sono singolari, diremmo unici nel loro genere. Mappe, geografie, grafie dell’intinerario di conoscenza. Vortici, sovrapposizione di luci e ombre, con presenze di colori forti e tenui, che paiono emergere dal buio. Colore brillante, cercato, plasmato come materia vivente e vissuta; soggetto e oggetto, linguaggio e codice. Le linee fluttuano in questo micro-macrocosmo che sta tra la cellula e la galassia.Da qui la mostra “TEMPLA IN CAELO”, stampato a rovescio, come se la sritta poggiasse davvero sulla volta celeste. Giuseppe Pedota è anche poeta, ed autore di progetti architettonici, il Comune di Banzi ha voluto dedicargli un intero piano del protocenobio benedettino.Artista A-cronico è stato definito da Cristina Trevellin, curatrice anche dell’esposizione del 2007 al Museo provinciale di Potenza, visto che nelle sue opere traspare l’immanenza dell’essere in quanto corpo.anima-pensiero: una clessidra che si pone in orizzontale, fermando lo scorrere della sabbia, trasformandosi nell’otto rovesciato simbolo dell’infinito.Ma “templa in caelo”, nel contesto in cui attualmente si trova, tracima anche di una forte allusione all’ “Auguraculum”, tempio della Bastia romana in cui gli uomini andavano a sancire il rapporto indissolubile fra le cose della terra e quelle del cielo. Un connubio perfetto fra arte e storia, dunque, che in tal modo entrano in risonanza ( benché distanti millenni ) andando ad aprire brecce nei filoni profondi di una cultura che va ben oltre i soliti luoghi comuni. Pedota è nato a Genzano di Lucania ed ha vissuto per molti anni a Roma, girando molto in Europa e legandosi a personaggi che, di fatto, hanno contribuito a plasmare la storia delle idee del ‘900.Attualmente l’artista risiede ad Avigliano, ove continua a produrre, su più fronti, con un vigore e una freschezza inossidabili. A Parigi, nel 1964, alcuni amici intellettuali, nel corso di una cena, gli presentarono in grande scrittore e poeta argentino Jorge Luis Borges e questi colpito dalla profondità metafisica dell’allora giovane artista, sentì il bisogno di dedicargli una poesia.Tornando alla rassegna bantina, come detto voluta da Comune e Pro-Loco e con la collaborazione di Luigi De Bonis e Canio Franculli, sarà aperta fino al 18 ottobre
27/09/2009 - autore: Antonio Massaro
fonte: LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

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