MEGLIO SAN VITO DELLA NAZIONALE

Successo ad Avigliano per la rievocazione storica dei Turchi ripresa nel 1995. Il sindaco Summa:"la sfilata è candidata nei Piot"

Bagno di folla per i festeggiamenti di San Vito Martire, con patrono della città di Avigliano, nonostante i mondiali, la partita della nazionale, i fedeli ed i visitatori non sono mancati, tanto da assaltare il paese e a tatti anche di rendere difficoltoso l’arrivo in città, ne sanno qualcosa gli operai della Sata e dell’indotto, rimasti bloccati con l’autobus all’ingresso di Avigliano. Arriva anche l’elogio del primo cittadino Vito Summa che esprime, assieme a tutta l’amministrazione comunale, un elogio all’Associazione San Vito Martire per il lavoro svolto, nonostante le difficoltà, organizzando le manifestazioni civili e religiose in stretta collaborazione con Don Salvatore Dattero e Don Mimmo Lorusso.“Merita apprezzamento anche lo sforzo compiuto per migliorare e riqualificare la storica sfilata dei turchi, con una nutrita partecipazione di associazioni lucane, campane e pugliesi, che ogni anno si arricchisce di nuove comparse e di nuovi personaggi in costume” ha dichiarato il primo cittadino, che lancia una proposta “Un ringraziamento che si accompagna all’impegno di questa amministrazione a sostenere l’iniziativa nei prossimi anni, avendo candidato la sfilata dei turchi all’interno PIOT, con l’obiettivo di recuperare un’antica tradizione dell’artigianato aviglianese e un’occasione di attrazione turistica per la città di Avigliano”.I Turchi, n’antica tradizione, in disuso dagli anni 60, ripresa dal 1995 dal comitato promotore dopo la lettura di una novella “Fanatica vendetta barbara” dal libro “ A piè del Carmine” scritto nel 1903 dal magistrato e letterato Tommaso Claps. Un corteo che ricorda, con il simbolismo della religiosità popolare, le incursioni saracene avvenute nella Lucania, impersonate dal “Gran Turco” capo degli invasori e il miracoloso intervento del Santo protettore, che difende le popolazioni inermi. Una manifestazione che ha fatto ripercorrere secoli di storia che hanno traversato la Terra di Basilicata: dalle invasioni saracene ai cavalieri Templari, con la caratteristica croce rossa sul petto e sul mantello bianco, dagli arcieri e ai mangiatori di fuoco e sbandieratori medioevali ai archibugieri. Simulata dai Trombonieri cavesi la tecnica bellica delle prime armi da fuoco. Il Trombone, derivato dall’archibugio in dotazione dei lanzichenecchi, mercenari Carlo V che saccheggiarono Roma nel 1527, è un’arma tradizionalmente lavorata dagli artigiani cavesi.
18/06/2010 - autore: Leonardo Pisani
fonte: LA NUOVA DEL SUD

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