UNO ZIBALDONE PIENO DI PROVERBI

Pubblicato l'ultimo libro dell'Aviglianese Imbrenda

Difficile dare una definizione per Donato Imbrenda, personaggio dai molteplici interessi che spaziano dalla poesia alla ricerca storica, dalla catalogazione e ricerca di documenti storici agli spettacoli di illusionismo. Aviglianese, nato nel 1940, Imbrenda oltre a essere un poeta in vernacolo, ironico e giocoso capace di trattare l’attualità come il costume di tempi andati, è stato capace diretto dalla sua passione per la scoperta storica di scovare reperti romani come una probabile villa ubicata nei pressi della Chiesa Madre di Avigliano, gli affreschi del pittore rinascimentale Giovanni Todisco da Abriola nella cappella di Santa Lucia che stavano andando perduti, di scovare nelle memorie perdute antiche chiese come la Gentilizia Santa Croce dei Doria ora demolita nell’antico rione del Seritiello e tante altre curiosità storiche, come una lettera a firma di Ninco Nanco l’8 aprile 1861 al capitano della guardia nazionale Leonardo Filippi che intimava il rilascio del fratello, pena l’assalto ad Avigliano con 1800 uomini, Documenti e curiosità storiche che si trovano nell’ultimo suo libro “Poesia e Proverbi”, un moderno zibaldone che raccoglie oltre ai suoi versi anche mappe storiche e 600 proverbi aviglianesi che Vito De Filippo che oltre ad essere presidente della Regione Basilicata, è anche giornalista e studioso definisce “un autentico affresco delle credenze e della saggezza di una società rurale ormai fortemente contaminata dagli effetti della globlizzazione”. Nella sua ultima opera Donato Imbrenda regala anche la scoperta di un poeta erudito come il sacerdote Angelo Claps, che era caduto nell’oblio, che nei suoi versi ricordava il pitagoriano Occello Lucano o di Epeo, abile pugile e costruttore del Cavallo di Troia che fondo Lagaria nella Lucania ionica. Preziosa scoperta dell’Imbrenda è il manoscritto dell’illuminista e sacerdote giacobino Paolo Morlino( Avigliano 1767-Parigi 1830), morto esule per scappare dalla reazione borbonica di Ferdinando II, un pamphlet intitolato “Lo spirito del dispotismo”, ristampato in forma anastatica nel volume che De Filippo definisce “un utile materiale di studio per quanti si occupano del controverso periodo del 1799”.
03/07/2010 - autore: Leonardo Pisani
fonte: LA NUOVA DEL SUD

Back