LA TELA DI PENELOPE: ULTIMO DEI SIMPOSI FILOSOFICI ORGANIZZATI DALL'ARCI AVIGLIANO.

Relatrice la dottoressa Rosella Corda: l'uomo tra tecnica ed affettività

Terminati i simposi filosofici dell’Arci , dove l’argomento principe è stata la razionalità nel mondo occidentale, nelle sue varie forme e dimensioni che ha fatto definire la nostra era come ipertecnologica, dove logica e scienza hanno il predominio incontrastato dell’agire umano. Ma è così? L’ultimo incontro che ha visto come relatrice Rosella Corda, nata Potenza nel 1977, la laurea presso l’Unibas in Teoria e Filosofia della Comunicazione, con una tesi in Epistemologia Antropologica, ha continuato la ricerca ricevendo il titolo di "cultore della materia" per la cattedra di "Antropologia filosofica"presso lo stesso Ateneo , attualmente dottoranda in Filosofia presso l'Università di Bari. Corda ha relazionato sul rapporto tra uomo e tecnica, un dilemma presente sin dagli albori del pensiero, tra un “bene” o “potenziale male”, partendo dalla metafora della tela di Penelope “Lo stratagemma della tela, inganno nella ripetizione e nel differimento, si rivela metafora costitutiva di quel processo di metaforizzazione, in senso letterale trasposizione e distanziamento, che sono dapprima la tecnica e poi la tecnologia. “ commenta la relatrice “Se da un lato la tela si fa icona di quel prometeismo al femminile che è la sagacia di Ulisse in Penelope, un intelletto gehleniano che contraddistingue ed esonera l’uomo rispetto alla natura animale, salvandolo, con l’astuzia, dal pericolo”.Un originale cenacolo che per la relatrice “In una modalità “rusticamente” fenomenologica - mi si conceda la coloritura - si è tentato di ricostruire l’ordito e la trama di questa tela, immaginando, insieme, in un dibattito e in un discorso aperti, l’impossibilità del vicolo cieco del mezzo eletto a fine, della tecnica che si fa orizzonte aprioristico del nostro abitare umano, scorgendo nel ritorno riflessivo del sentirsi e del “sentirsi felici” quella affermatività gratuita che rende insuperabile l’umano proprio in quel mutamento continuo e ricco che è l’affettività”.
11/07/2010 - autore: Leonardo Pisani
fonte: LA NUOVA DEL SUD

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