DA ITALIANO ED AVIGLIANESE MI SENTO OFFESO DALLA DECISIONE DI LULA

Il consigliere regionale Gianni Rosa sulla mancata estradizione di Battisti

Da cittadino italiano mi sento offeso dalla assurda decisione del Presidente del Brasile Luiz Inácio da Silva di concedere l'asilo polito al sedicente "rivoluzionario, ma in realtà solo pluriomicida Cesare battisti, che perpetua l'errore commesso in passato Da Francia e lo stesso Brasile di aver concesso asilo politico ad un ricercato per gravi reati di sangue, omicidio commessi a sangue freddo verso inermi cittadini e servitori dello stato. Da uomo delle istituzioni mi sento offeso da una decisione che capovolge una decisione della più alta istituzione giurisdizionale del Brasile, il Supremo Tribunal Federal, che il 18 novembre 2009 ha considerato illegittimo lo status di rifugiato politico concesso dal governo brasiliano, una giusta sentenza contro l'assurdità di aver concesso lo status di rifugiato politico al terrorista, militante dei "Proletari armati per il comunismo che secondo un copione tragicamente noto, dopo omicidi, atti di eversione, riesce a fuggire grazie a complicità e vergognose coperture, che dopo esser scappato dalla Francia ed evitato l'estradizione e la Giustizia Italiana, arriva in Brasile, dove con cinismo e ignominia, inizia la farsa della persecuzione politica, dei soprusi da parte dello Stato e della Magistratura Italiana, cercando di mistificare la verità, quella di essere un sanguinoso assassino. Da Lucano ed Aviglianese mi sento colpito e mortificato dalla decisione di Lula, che nega che Giustizia sia compiuta, una Giustizia che anche il popolo lucano e le istituzioni della nostra regione chiedono a gran voce, che rivendicano con forza, affinché il sacrificio di un figlio di Basilicata e umile servitore dello Stato non rimanga vano, lo chiediamo nel ricordo di una delle vittime di Battisti e del suo gruppo criminale: il maresciallo Antonio Santoro, cittadino lucano e cittadino di Avigliano essendovi nato il 26 aprile 1926. Antonio Santoro, in quegli anni era Maresciallo Capo dell'allora Corpo degli Agenti di Custodia, oggi diventata polizia penitenziaria, il nostro corregionale era il comandante della Casa Circondariale di Udine e fu barbaramente e vigliaccamente assassinato da Battisti ed alcuni complici il 6 giugno 1978 mentre usciva da casa per recarsi a lavoro, colpito alle spalle nei pressi del carcere di Via Spalato, proprio da Battisti, che lo aveva atteso con complice, e poi - secondo la ricostruzione dell'accusa - aprì il fuoco. Il nostro concittadino è stato insignito della medaglia d'oro al valor civile della Repubblica Italiana ed il 6 giugno 2007 gli è stata intitolata la nuova caserma della Polizia Penitenziaria di Udine
02/01/2011 - autore: Leonardo Pisani
fonte: LA NUOVA DEL SUD

Back