SIANI, UN EROE DELLA LEGALITÀ

Gli Istituti scolastici di Avigliano hanno incontrato Gallo, autore di “Scimmie”

AVIGLIANO - Nell’ambito del progetto “Diritti, Pace, Legalità”, ha preso il via il primo appuntamento incentrato sulla figura di Giancarlo Siani, “cronista abusivo”, ucciso a soli 26 anni dalla camorra. Così nella prima settimana di giugno la comunità aviglianese, insieme agli Istituti scolastici del centro cittadino, si sofferma sulla storia del giornalista ucciso a Napoli, la sera del 23 settembre 1985.
Giancarlo è stato trucidato sotto casa, nel quartiere residenziale del Vomero, perché era diventato un personaggio scomodo. Aveva appena compiuto 26 anni ed è morto solo perché faceva bene il suo lavoro. Siani, pur essendo ufficialmente solo un corrispondente, viveva a pieno la realtà redazionale, ricercando la verità come meglio poteva, raccontando le storie di quartiere nei suoi articoli.
Un reporter che scriveva senza la paura di fare nomi, di pubblicare la storia di quei clan diventati per molti intoccabili. Un giovane che è stato tra i primi negli anni ’80 a denunciare il rapporto tra politica e camorra. Ma quella verità è diventata per Siani sempre più scomoda e ha portato l’impavido giornalista alla morte.
Non si parla mai troppo degli eroi della legalità, ed è per questa ragione che è stato organizzato l’incontro, tenutosi nel nuovo Auditorium di viale XVIII Agosto, al fine di far conoscere ai più giovani questa storia.
Gli studenti hanno preso parte alla presentazione del romanzo “Scimmie”, scritto dal ventisettenne Alessandro Gallo. Il romanzo è liberamente ispirato alla figura di Giancarlo Siani, affinché il giornalista non resti ai margini della memoria, ma sia d’esempio a quanti devono denunciare la camorra e contrastare tutte le mafie.
Siani amava stare tra la gente, ricercare le notizie stando sul campo e, oggi, non dev’essere dimenticato, così come tutte le vittime della mafia.
Lo scrittore, attore e regista - che ha ideato e condotto laboratori di teatro d’informazione rivolti ai ragazzi delle scuole medie inferiori e superiori di Bologna e provincia, con particolare interesse al contrasto alle mafie e alla cittadinanza attiva - in questo contesto, ha voluto incontrare le nuove generazioni per spiegare i meccanismi perversi del sistema mafioso.
Gallo ha, così, raccontato agli studenti aviglianesi la sua storia, la conoscenza diretta della camorra (è cugino della donna del capo clan di cui parla nel suo romanzo e suo padre, a cinquant’anni, è entrato a far parte del clan degli Scissionisti) che passa attraverso i protagonisti del suo romanzo.
Gennaro (l’Io narrante), Franco e Tore, hanno l’età dei giovani spettatori e vivono i loro stessi problemi, le ansie e le gioie scegliendo, però, di essere le “scimmie” della mafia.
Una scelta sbagliata quella dei ragazzi che servono i capi clan, che i giovani di oggi devono conoscere e combattere, perché è facile essere complici ma, bisogna “spezzare la catena”, rompere i meccanismi omertosi.
«Perché lo Stato siamo noi» - ricorda Gallo a studenti, insegnati e al Preside Mascolo, e «abbiamo in dovere di raccontare, denunciare anche ciò che avviene nelle nostre piccole realtà, perché il giornalismo è di tutti» - conclude lo scrittore.
L’evento si è chiuso con una grande manifestazione d’interesse da parte del pubblico, che ha partecipato attivamente alla presentazione, ponendo interrogativi allo scrittore e soffermandosi sulla figura del cornista, eroe della legalità.

05/06/2013 - autore: Antonella Rosa
fonte: IL QUOTIDIANO DELLA BASILICATA

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