LA VERA STORTURA RESTA IL LISTINO REGIONALE, PEGGIO DEL PORCELLUM

Intenti ad individuare il candidato presidente e comporre “col bilancino” le liste elettorali....

Intenti ad individuare il candidato presidente e comporre “col bilancino” le liste elettorali, nell'abc della preparazione al voto regionale di novembre, gli “strateghi” dei partiti consolidati, i maltres à penser “stranieri” fino agli opinion makers presenti sulle testate giornalistiche, nessuno parla del famoso "listino" obbligatorio, che garantisce un posto sicuro a qualche “raccomandato” politico. La legge n 43 del 23 febbraio 1995, conosciuta ai più con il nome “Tatarellum”, fu concepita per regolare il sistema elettorale delle regioni italiane a statuto ordinario, imprimendo una svolta in senso maggioritario e presidenziale al sistema di governo locale. Appunto, all’art. 1 comma 3, troviamo il collegamento tra le liste provinciali e i "listini". Il «listino» (o lista regionale) è la lista collegata direttamente al candidato alla presidenza della regione. L'elettore non esprime preferenze all'interno del listino, ma vota solo il capolista, che è appunto il candidato governatore. Il “Divo” ebbe a dire: “Il potere logora, ma è meglio non perderlo”. Aggiunse, con straordinaria intelligenza politica: “Non si dimentichi mai che si è eletti per operare, e non si opera per essere eletti. La confusione dei fini risulterebbe nefasta”. Chi saranno i “fortunati” ad entrare nel listino bloccato? Dato la riduzione drastica del numero dei consiglieri, chi li sceglierà? Mi auguro che i prossimi consiglieri eletti siano capaci di eliminare tutte quelle storture, insite nelle leggi elettorali, nazionali e regionali, in particolare l’indicazione dall’alto dei candidati, che sono alla base del progressivo allontanamento dei cittadini dai propri rappresentanti.
31/08/2013 - autore: Enzo Claps
fonte: LA NUOVA DEL SUD

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