LA PANTERA ROSA CON OCCHI DI TIGRE

La morale da Ottentotti: Se Rosa difende gli amici, é bene; se lo fa De Filippo, é male

Chi va dietro le piste d'un uomo, che si crede politico con gli occhi della tigre, si mette in relazione col potere personale e, contemporaneamente, ci mantiene centrati e radicati, e fa tutto il contrario di quello che dovrebbe. Ricco diventava lui e gli altri sicofanti, trafficanti d'indulgenze e alleati di “occhio di tigre”, ovvero, il cuculo nel nido d'un altro. La loro morale e la nostra ha almeno il merito di aver costretto certi filistei sicofanti a smascherarsi completamente. I primi ritagli di giornali locali, che mi sono pervenuti, ne sono testimoni. Il più chiaro nel genere é il resoconto apparso sul giornale "La Nuova del Sud" a firma di Giuseppe Giuzio, che vede in Gianni Rosa l’alternativa possibile. Questo signore possiede un suo sistema e non prova alcuna vergogna a difenderlo. Infatti, definisce il politico aviglianese come “Il solo, tra i consiglieri uscenti, ad avere, ancora, gli occhi della tigre, occhi necessari per aggredire questo centro sinistra che da tempo ci sta sbranando”. E si supera, quando afferma di “essere uno dei pochi a conoscere, puntigliosamente, visto come ha condotto l'opposizione.” Esso sostiene la morale assoluta e, prima d'ogni altra cosa, mi sa tanto che l’osannante è stato mozzicato dalla tarandola, che l’ha reso sordo, “cecato” e chiacchierone paragonando Rosa a un “felino” per poi usare nei confronti del centrosinistra l’intercalare: “(…) ci sta sbranando”. Metti un tigre “sbranante” nel motore della “liberazione”. Gianni, una tigre celeste che raccatta e ripulisce tutte le sporcizie cadute nella scia regionale. Non é affatto sorprendente ch'esso condanni come spregevole la morale dei governanti lucani, che non hanno assunto in proprio le loro responsabilità di aver barattato la Basilicata con due scontrini. Ciò che ci interessa in questo momento, caro Giuzio, non sono i professionisti del traffico di indulgenze, ma i moralisti che rinunciano a vedere con i propri occhi, per guardare con gli occhi del politico tigre, il consigliere un tempo soprannominato “occhio di falco”, che stranamente non ha saputo vedere le ruberie in casa propria dai suoi amici di partito e ha contribuito alle varie “spartonze” piazzando parenti, affini con annessi e connessi. Quella di Fratelli d’Italia è una morale da Ottentotti: sicofanti che si sono immediatamente impadroniti, com'é naturale, di tale "Personaggio", che gli risparmia il fastidio di cercare nuovi velenosi sofismi. Se Rosa difende gli amici, é bene; se lo fa De Filippo, é male. Di fronte a una simile "morale da Ottentotti", non é difficile manifestare una nobile indignazione. E tuttavia nulla é più facile che dimostrare, sulla base dell’esempio fatto, la vuotaggine e la falsità di quell'indignazione. Il moralismo di primo della classe di Giuseppe Giuzio e dei suoi pari é un ponte, che conduce dalla pseudo rivoluzione alla reazione. Gianni Rosa si trova già dall'altra parte del ponte. La minima concessione a queste tendenze significherebbe l'inizio della resa di fronte alla reazione. Che questi portatori d'infezione vadano a inoculare le norme della morale a Gianni Rosa, a Mario Venezia , a Blasi, eccetera. Quanto a me, ora so dove trovare la pietra “occhio di tigre” ottima per curare la mia artrite e le infiammazioni del tessuto osseo. Per gli altri: si dice sia utile nei casi di “schizofrenia”, vari “disturbi mentali” e l'”ossessione impulsiva”. Ogni riferimento è puramente casuale. Meglio l’accostamento con la “Pantera Rosa”.
10/10/2013 - autore: Enzo Claps
fonte: AVIGLIANONLINE.EU

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