“tutti i cittadini hanno pari dignità sociale” e che compito della Repubblica è “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale”
Nel 2007, quando ascoltavamo alla tv, le cronache dei giornalisti che, da oltre oceano, parlavano dei primi pignoramenti di case, da parte delle banche, a cittadini non in grado di pagare la rata del mutuo, nessuno poteva pensare che questa crisi finanziaria avrebbe travolto anche l’Europa, l’Italia, fino alla nostra regione. Una crisi finanziaria che, nella sua evoluzione, si è trasformata in una crisi di “sistema”, di produzione, di consumi. La gente compra di meno e, aldilà dei dati statistici forniti dai vari istituti, il tutto è verificabile, in modo empirico, dai carrelli o sacchetti semi vuoti della spesa, portati a zonzo nei supermercati e negozi. Una crisi che si rispecchia, anche, nella vita delle piccole comunità o paesi. Non nascondo che, in qualità di amministratore locale, mi confronto quotidianamente con questo disagio. Incontro famiglie che, conservando un profondo senso di dignità, mi parlano dei loro problemi economici, ai quali si tenta di dare, se non una soluzione, un sollievo. Ma sono ben consapevole che si tratta di soluzioni tampone, delle “pezze”, perché la crisi è di “sistema” e, quindi, servono “soluzioni di sistema”. E l’unica istituzione, in cui è possibile pianificarle, è il consiglio regionale. Io sono un socialista della prima ora. Una fede e ideali che non ho mai rinnegato o tentato di nascondere. Quando ascolto nella nostra Costituzione che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale” e che compito della Repubblica è “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale” per consentire “il pieno sviluppo della persona umana”, provo ancora una forte emozione, un brivido che corre lungo la schiena. Per me, parole come “solidarietà” e “giustizia sociale” non sono un semplice esercizio oratorio, buono per qualche comizio elettorale, ma rappresentano una vera strategia politica, un progetto di vita. La gente ha bisogno di risposte, e la politica è in dovere di darle. E’ il tempo di rivedere l’intera architettura del “sistema Basilicata”. Bisogna aver il coraggio di eliminare quelle sacche di inefficienza della burocrazia regionale, fonti di sprechi e utili a dare una poltrona a qualche politico in pensione. Non bisogna disperdere le poche risorse finanziarie in tanti rivoli dal carattere assistenziale, ma puntare su settori che hanno grandi potenzialità di sviluppo come il turismo. Bisogna pensare a un welfare locale, capace di coinvolgere anche quelle fasce della popolazione finora escluse: giovani in cerca della prima occupazione, madri single. Bisogna riprogettare il comparto della formazione che, nel tempo, è diventato obsoleto e dalle dimensioni elefantiache, dimenticando la sua missione originaria. Siamo, quindi, a un bivio e non sono più sufficienti quei “rimedi”, ai quali la politica è ricorsa sovente nel passato, utili a “passa la nuttata”. C’è bisogno, in sintesi, di un rinnovamento nella tradizione. Un rinnovamento nelle strategie economiche, di sviluppo e negli uomini. Oramai, dopo un ventennio, una classe dirigente, con le sue tante vittorie e alcune cocenti sconfitte, ha esaurito il suo compito e la sua forza propulsiva. Ma questo rinnovamento deve aver luogo nel solco della nostra tradizione ideale di socialisti. Le parole “solidarietà” e “giustizia sociale” dovranno essere riempite di contenuti, di iniziative politiche, di fatti concreti. Ringrazio chi, nel 2010, alle scorse elezioni comunali, ha creduto in me. E parimenti, ringrazio tutti coloro che, condividendo il mio progetto politico, mi voteranno alle prossime elezioni regionali, come candidato nella lista del Partito Socialista, a sostegno di Marcello Pittella. Antonio Bochicchio Candidato alla regione con il Psi |
07/11/2013 - autore: Antonio Bochicchio |
fonte: AVIGLIANONLINE.EU |