La legge non è assolutamente uguale per tutti per qualcuno è più uguale degli altri
Il consiglio comunale si fa nel tempo libero, preferibilmente di domenica e dopo la messa delle 9,00, per non inimicarsi don Salvatore. E così sia per tutti. Prendo in prestito il motto elettorale del vicesindaco, leggendolo al rovescio, per dire che “Ben detto” è nella teoria, ma nella pratica non si può dire “ben fatto”, perché la domenica, anche i consiglieri, hanno diritto al riposo. Continuando nel mio ragionamento in tema di consigli comunali e leggendo la Nuova del Sud, sono stato colpito dal comunicato stampa dell’unica “aggrovigliata” opposizione al comune di Avigliano, fatta dal capogruppo di se stesso di Unità Popolare. Infatti i “fratellini d’Italia”, ex pidiellini, sono troppo presi dalla campagna elettorale del “fratellone d’Italia”, per perdere tempo appresso al consiglio comunale più importante dell’anno 2013, perché approva il tanto atteso “bilancio di previsione”. Leggendo il comunicato (sicuramente per mia carenza di comprendonio), non ho colto il senso delle sue lamentele con l’ovvio voto contrario nei seguenti argomenti che elenca: 1) Lamenta la convocazione del consiglio in orario di lavoro. Se la lamentela è riferita alla mancata partecipazione dei cittadini, purtroppo, lo sa bene che gli aviglianesi, tolte le eccezioni “fesse” come la mia, del consiglio comunale se ne “fottono”, tranne quando si parla di qualche “orticello”, che allora compaiono i fantomatici comitati. Mentre se la lamentela è rivolta agli impegni lavorativi dei consiglieri, allora, sperando di fare cosa utile, ricordo al consigliere l'art. 79 (Permessi e licenze) del TU 267/2000 modificato dall'art. 16, comma 21 della recente legge 148/2011, di conversione del d.l. 138/2011 c.d. manovra estiva-bis ed in vigore dal 17.09.2011.Quello che emerge dalla lettura che, il consigliere lavoratore, come il suo datore di lavoro sia pubblico che privato, non ci rimette un euro perché sono retribuiti dai conti comunali. Se mi dici che non sono tutelati i lavoratori autonomi e liberi professionisti, male fanno questi consiglieri a non appellarsi al principio dell’art. 77, comma 1 del D.lgs. n. 267/2000. E leggendo l’art. 54 Cost., la corresponsione del gettone di presenza o dell’indennità di funzione non costituisce retribuzione, ai sensi dell’art. 36 della Costituzione, ma è anche vero che, secondo la letteratura che si è affermata sul tema, il concetto di “munus pubblicum” implica lo svolgimento di un compito che viene si “donato” alla collettività, ma non in chiave prevalentemente gratuita, presupponendo pur sempre una situazione di debito a carico di coloro che ricevono tale “dono”. In tale contesto, il debito a carico della finanze pubbliche si riferisce sia al compenso direttamente percepito dal Consigliere che al rimborso economico corrisposto al datore di lavoro per le ore di assenza che il Consigliere matura nell’esercizio della propria pubblica funzione. Per quanto fin qui detto, a ragion di logica, il compenso va esteso ed applicato in toto anche ai liberi professionisti che dimostrino la perdita. Continuando a leggere il comunicato, l’ironia mi suggerisce di dire: “Strano ma vero, il consigliere di Unità Popolare si lamenta e si vanta di aver fatto ritirare il punto all’ordine del giorno riguardante l’alienazione di porzione di suolo comunale a favore di un privato, in quanto non approvabile perché non preceduto da un bando pubblico”. Ricordo e chiedo al consigliere Rosa, come mai ha sempre votato a favore di altre sdemanializzazioni e alienazioni di porzioni di suolo comunale, senza mai contestare la mancanza di un bando pubblico (cito solo alcune delle tante deliberazioni di consiglio: N. 21/13, N. 17/13, N. 8/13, N. 43/12, N. 41/12, N. 39/12)? Ma la legge non è uguale per tutti? Visto che, dalla alienazione ritirata e queste approvate, la procedura non è cambiata. Concludo con la “ciliegina”, posta da Unità Popolare, sull’approvazione del bilancio preventivo: la colpa della maggioranza di aver confermato le stesse tasse del 2012, che erano anche quelle del 2011 con l’aumento della sola addizionale. E meno male che non sono state ritoccate in alto, visto la spada di Damocle abbattuta sui comuni a seguito dei forti tagli della manovra nazionale. Basta informarsi per sapere che più dell’80% dei comunali hanno aumentato quasi tutti i tributi e le addizionali comunale per far quadrare i propri bilanci e, in alcuni casi, hanno dovuto restituire anche i soldi allo Stato. |
08/11/2013 - autore: Enzo Claps |
fonte: LA NUOVA DEL SUD - AVIGLIANONLINE.EU |