BERLINGUER TORNA IN LIBERTA’: CASA PER CASA STRADA PER STRADA

La parabola dei partecipanti ai comizi conclusivi: che fine hanno fatto le piazze? La passione, il coraggio, le idee

C'erano una volta... i comizi nelle piazze: L’Unità era imbattibile nel raccontarli. Titolone del 26 maggio 1958: “Il grande comizio di Togliatti a piazza San Giovanni”. Fogliettone basso: “Clamoroso fallimento del comizio democristiano tenuto da Fanfani a piazza del Popolo”. Altri tempi. Era il 1984. A Padova, Enrico Berlinguer ha un ictus durante il comizio e morirà l’11 giugno. Ecco le ultime parole del suo discorso prima di essere colto dal malore: «E ora compagne e compagni, vi invito a impegnarvi tutti, in questi pochi giorni che ci separano dal voto, con lo slancio che sempre i comunisti hanno dimostrato nei momenti cruciali. Lavorate tutti, casa per casa, azienda per azienda, strada per strada, dialogando con i cittadini, con la fiducia per le battaglie che abbiamo fatto, per le proposte che presentiamo, per quello che siamo stati e siamo… è possibile conquistare nuovi e più vasti consensi alle nostre liste, alla nostra causa, che è la causa della pace, della libertà, del lavoro, del progresso della nostra civiltà». Parole che i nostri politici nostrani se le sognano di applicare. Allora non c’erano né share né sondaggi e non si faceva politica nei ristoranti, bisognava contare la folla dei comizi per misurare la forza di un partito, e dunque era nelle piazze che i leader si sfidavano. Poi naturalmente ognuno la raccontava a modo suo, per chi non c’era. Il comizio veniva accompagnato dal manifesto politico una parte della più ampia produzione di affiche, frutto soprattutto dell'introduzione di nuove tecnologie nell'arte tipografica, che ha caratterizzato la comunicazione di massa del XIX e XX secolo. Grazie alla relativa facilità di produzione e di diffusione il manifesto viene utilizzato fin dall'inizio come "strumento di lotta politica". Invece oggi c’è la gara ai mega-manifesti mai sotto le dimensioni 6X8 con le “facciuzze” sorridenti dei soliti politici che sparano solo slogan demenziali. E ancora peggio, ci sono quasi tutti i candidati che organizzano a loro insaputa gli incontri/feste, i pranzi/convegni, le cene/comizi per parlare di politica e gustare e brindare alle chiacchiere del politicante. Ovviamente alla fine è previsto anche l’ammazza caffè, un bicchierone di“Unicum” per digerire le facili promesse del politicante, il festeggiato di turno felice di aver riempito la sala e contato i voti dei commensali, tutti per lui. “A proposito di elezioni regionali c’è qualcosa da mangiare anche dopo?”. Certo che si (aspetta tu che dopo ti faranno mangiare!) e allora certo che si riempiono le tavolate arricchite di succulente pietanze e vuote di contenuti politici. Lezione magistrale delle votazioni di Carlo Fruttero e Franco Lucentini (modificata ed adattata alle regionali di Basilicata): “l'inturgidirsi dell'organo politico riproduttivo grazie al quale si rende periodicamente possibile la fecondazione del parlamentino lucano e di future nomine nei vari enti sub regionali e tipi di assemblea. Per evitare che l'elezione venga a configurarsi come "atto osceno in luogo pubblico" la legge impone che si svolga in cabine appartate e rigorosamente vietate ai minorenni.”. Buona fortuna a tutte le persone che ancora credono a questi politici.La mia penna che ha sempre scritto libera si ferma un po’ a riflettere. Alla prossima.
13/11/2013 - autore: Enzo Claps
fonte: AVIGLIANONLINE.EU

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