VIOLENZA ALLE DONNE, AVIGLIANO IN PRIMA LINEA

Iniziative domani a Possidente e Lagopesole e lunedì nel centro storico del paese

AVIGLIANO - Una donna con le scarpe rosse, una bambina con una rosa bianca in mano, una poesia di Edoardo Sanguineti che diventa una canzone, un quaderno, un libro e una penna possono spezzare la catena della violenza di genere dilagante nel mondo. La città di Avigliano il 24 novembre, a Possidente e Lagopesole a partire dalle ore 10, ed il 25 novembre, ad Avigliano centro dalle ore 17, onorerà la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999 dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che ha designato il 25 novembre come “Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne”, invitando i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG, a organizzare attività volte a sensibilizzare l'opinione pubblica in questo giorno. Questa data rappresenta, anche per Avigliano, l'occasione per sostenere con forza la lotta contro la violenza sulle donne, contribuendo a “spezzare la catena”, con particolare riferimento alla violenza domestica, al mobbing e/o di marginalizzazione, all'abuso sessuale, lo stupro, le molestie sessuali, la tratta delle donne, la prostituzione forzata e non ultimo allo stalking occupazionale. È, inoltre, a mio parere, l'occasione per dare inizio alla costituzione di un comitato comunale per l'eliminazione della discriminazione contro le donne identificata come "ogni atto di violenza fondata sul genere che provochi o possa provocare danno fisico, sessuale, psicologico o una sofferenza alle donne, incluse le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia in pubblico che nella vita privata". Io, voglio dedicare,per questa giornata, a tutte le donne, invitando il “gruppo coordinamento donne Avigliano”, tra i primi organizzatori della manifestazione e tutti i partecipanti a farne l’inno ufficiale della giornata, questa bellissima canzone “Ballata delle donne”,: “Quando ci penso, che il tempo è passato, / le vecchie madri che ci hanno portato, / poi le ragazze, che furono amore, / e poi le mogli e le figlie e le nuore, / femmina penso, se penso una gioia: pensarci il maschio, ci penso la noia. / Quando ci penso, che il tempo è venuto, / la partigiana che qui ha combattuto, / quella colpita, ferita una volta, / e quella morta, che abbiamo sepolta, / femmina penso, se penso la pace: pensarci il maschio, pensare non piace. / Quando ci penso, che il tempo ritorna, / che arriva il giorno che il giorno riaggiorna, / penso che è culla una pancia di donna, / e casa è pancia che tiene una gonna, / e pancia è cassa, che viene al finire, / che arriva il giorno che si va a dormire. / Perché la donna non è cielo, è terra / carne di terra che non vuole guerra: è questa terra, che io fui seminato, / vita ho vissuto che dentro ho piantato, / qui cerco il caldo che il cuore ci sente, / la lunga notte che divento niente. / Femmina penso, se penso l'umano / la mia compagna, ti prendo per mano.”. E se fossimo così? Sarebbe un mondo migliore!
23/11/2013 - autore: Enzo Claps
fonte: LA NUOVA DEL SUD

Back