La decisione del Comune è stata mal digerita. Per prendere lo scuolabus si è passati da 9,30 euro a 16. Cresciuto anche il costo della mensa. Pronte azioni di protesta
AVIGLIANO - Dopo 16 anni sono state adeguate le tariffe dei biglietti per il trasporto pubblico locale in Basilicata. Per un aumento dell'8-10 per cento l'assessore regionale Gentile e quello provinciale Valluzzi hanno avuto una crisi di coscienza. In un sol colpo, invece, ad Avigliano il trasporto scolastico ha subito un aumento da capogiro: il 72 per cento che non è, giustificato né dall'aumento dell'inflazione, né da altri meccanismi della spesa pubblica. Evidentemente ad Avigliano lo spread tedesco ha un andamento particolare, per cui la «nazione aviglianese» si vuole distinguere dal resto dei Comuni della Basilicata essendo di categoria più elevata. Chi prima per mandare un figlio a scuola con lo scuolabus pagava 9,30 euro, dal primo gennaio ne pagherà 16. Chi prima abitava ad una distanza superiore a 2 chilometri dalla scuola e usufruiva del trasporto in forma gratuita, ora pagherà in base al reddito, con una oscillazione dai 10 ai 16 curo per il primo figlio e da 8 a 14 per il secondo. La gratuità spetterà solo al terzo figlio. Se si pensa che un abbonamento mensile da Lagopesole a Potenza costa solo il doppio a fronte, di una percorrenza di trenta chilometri, risulta netto e offensivo l'aumento imposto dal Comune di Avigliano per chi abita in piazza e dalla scuola è lontano solo 300 metri. L'odioso aumento non tiene conto di nulla. Né della crisi che travolge tutti, né della disoccupazione crescente, né della difficoltà di portare a compimento un bilancio familiare, mensile gravato di una serie infinita di tasse e imposte sproporzionate rispetto ai servizi che proprio il Comune di Avigliano offre. Ma l'aumento non ha interessato solo il trasporto. Anche il costo della mensa scolastica ha subito un'impennata. Sono aumentate le fasce i «benestanti» da 13mila euro dovranno pagare 3,58 euro per ogni pasto e per ogni figlio, senza alcuna esenzione né per il secondo, né per il terzo, né per il quarto. Per pagare il bambino deve portare a scuola il «buono» che è di colore diverso, per cui è facilmente identificabile il povero rispetto al ricco. Chi ha inventato questo meccanismo colorato merita un premio per l'incompetenza totale in materia pedagogica e psicologica. Si è tornati indietro di almeno 50 anni quando il marchio della povertà era più pesante di un macigno. Evidentemente la bramosia di fare incetta di imposte e tasse che anima gli amministratori di Avigliano è più forte di qualsiasi altra valutazione educativa e sociale. Allarme diranno che il bilancio del Comune è stato chiuso in attivo e si gonfieranno il petto. Bontà loro! Il nuovo corso giovanile dell'amministrazione municipale porterà sempre più risultati sorprendenti in tema di incuranza dei bisogni reali delle famiglie aviglianesi e di educazione per le giovani generazioni. Ora i genitori sono decisi a dare fiato alle loro proteste e già dai prossimi giorni annunciano azioni incisive e plateali. |
15/01/2012 - autore: Antonio Pace |
fonte: LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO |
carmine ferrara da Avigliano | 16/01/2012 - 17:38 |
premesso che pagare le imposte è una delle attività meno gradite, ma indispensabili per il funzionamento delle Amministrazioni, senza entrre nel merito della scelta effettuta dall'Amministrazione, vorrei fornire un elemento che potrebbe contribuire la dibattito.Fino al 31 dicembre 2011, pagava di più chi percorreva di meno, infatti chi abita ad una distanza superiore a 2km non pagava e chi invece inferiore ha pagato, il risultato? Nel centro l'Amministrazione incassava circa 12.000euro all'anno e nelle frazioni pagava circa 1.400.000 euro in 5 anni. Ai lettori le proprie considerazioni |