L'ISTITUTO AGRARIO AVRÀ LA SUA PALESTRA

In attesa della sua realizzazione sarà innalzato un «pallone». Ci vorranno altre risorse rispetto agli 800mila euro iniziali.

LAGOPESOLE. La palestra a Lagopesole si farà. Piero Lacorazza, ex presidente della Provincia, attualmente presidente del Consiglio Regionale della Basilicata è più tenace di quanto si pensi. Aveva promesso ai cittadini del borgo federiciano di consegnar loro una struttura sportiva, che servisse anche per soddisfare le esigenze didattiche dell'Istituto Agrario, e ora lo farà. Ha vinto il braccio di ferro con la Regione e in attesa della realizzazione dell'impianto, che richiede ovviamente risorse aggiuntive rispetto agli 800mila euro inizialmente preventivati, farà alzare un «pallone» (tecnicamente si chiama «copertura pressostatica di tipo leggero») su uno dei due campetti esistenti, riattivando il prestito già acceso con il Credito Sportivo per un importo di 60mila euro. Nel frattempo, i proventi che deriveranno alla Provincia dalla vendita dei beni immobili, oltre che per il raggiungimento dell'equilibrio di bilancio, serviranno per il finanziamento della palestra di Lagopesole. Dunque, ha vinto la determinazione sulla negligenza e la scarsa capacità di persuasione degli amministratori comunali di Avigliano, mai impegnati più di tanto su una questione che presenta risvolti inconcepibili e fantasiosi. Per lungo tempo, infatti, il Comune di Avigliano ha fatto quasi da ignaro spettatore in un assurdo braccio di ferro tra Provincia e Regione. Tutto è iniziato nel maggio del 2008, quando la Provincia decide di realizzare una serie di palestre (con un unico progetto) in vari centri, prevedendo un importo unitario di circa un milione di euro. L'idea si è realizzata a Brienza, Rotonda e Genzano. Per Lagopesole, invece, sorge il problema della base di fondazione, la cui risoluzione prevedeva lo smantellamento dei campi di gioco esistenti, di proprietà dell'Istituto Agrario. La Provincia chiede (e ottiene) il terreno all'Alsia e candida il progetto. E qui comincia il contrasto con la Regione per l'acquisizione dell'autorizzazione paesaggistica. Parere che viene negato con una motivazione che ancora oggi fa sorridere: «alla struttura proposta costituisce elemento attrattore di un contesto caratterizzato dalla presenza del castello federiciano e pertanto una eventuale realizzazione andrebbe ad alterare lo skyline del centro abitato». Come dire: la palestra distoglie l'attenzione dalla visione del castello. Che, però, si trova in tutt'altra zona e ad un livello molto, ma molto più alto rispetto al luogo identificato dalla Provincia. Ironia della sorte: questo giudizio di incompatibilità gli stessi tecnici della Regione non lo avevano espresso per l'antenna di 17 metri della Telecom che avrebbe dovuto essere installata in una zona molto più alta rispetto a quella scelta per la palestra. Era intanto il 2010. Si è andato avanti con la riproposizione di una variante, ma il parere negativo la Regione non lo ha modificato. Nuovo progetto, nuovo riesame e alla fine l'obbligata decisione della Provincia di modificare il progetto con un aggravio di costi di almeno il 50 per cento rispetto alla stima iniziale di 800mila euro. Risorse ulteriori che non è possibile oggi reperire e che saranno messe da parte soltanto dopo la vendita di alcuni immobili. Insomma, una storia tutta italiana, con tanti vincitori e nessun perdente, tranne chi dovrà pagare questo incredibile e offensivo contrasto tra enti pubblici.
13/03/2014 - autore: Antonio Pace
fonte: LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

Back