Avigliano dopo un anno di preparazione si rinnova l’antica tradizione
Ad Avigliano dopo un anno di preparazione ed impegno, gli “Scout-l’Abete”, appartenenti al gruppo "tizzoni", contraddistinti Da un piccolo pezzo di legno di forma cilindrica, forato centralmente per farvi passare il laccetto di cuoio o il foulard di cotone da appendere al collo, la caratteristica il taglio in modo simmetrico e in obliquo (così detto a salamino) su entrambe le estremità che poi viene annerito dal fuoco. Hanno giurato, pronunciando le fatidiche parole: "Con l'aiuto di Dio prometto sul mio onore di fare del mio meglio per compiere il mio dovere verso Dio e verso la Patria, di aiutare il prossimo in ogni circostanza, di osservare la legge Scout". Ufficialmente sono stati presentati domenica scorsa in occasione dell’assemblea annuale dell’Associazione L’Abete di Avigliano che, di fatto è la madrina di questi ragazzi. Tutto questo è stato possibile anche grazie all’operato di Vincenzo Bochicchio, referente regionale dell'AISA Basilicata, che ha creduto nella bontà del progetto, ma, soprattutto, è stato merito dei tanti bambini e giovanissimi aviglianesi che hanno chiesto ai loro genitori di assecondarli in questa straordinaria impresa: essere scout. Ragazzi affascinati dai racconti sulla vita di Sir Robert Baden-Powell: un uomo che ha lavorato duramente per far nascere e sviluppare il movimento mondiale di Esploratori e Guide. Il giovane Matteo, con tono serio, dettato dal suo ruolo di portavoce, ha precisato che “è stato il frutto di un anno di intenso lavoro”, e ha voluto ringraziare l’amministrazione comunale “che ha messo a disposizione un locale all’interno dello stabile che ospita la ragioneria, consentendoci una migliore preparazione attraverso la teoria e le azioni pratiche, da mettere in campo come scoutisti.” Il giovane scout, insieme agli altri “tizzoni”, si sono mostrati “fieri di aver ripreso una tradizione, dopo 60 anni, dalla nascita dei primi scout aviglianesi, allora appartenenti all'ASCI, voluta da don Peppino Stolfi, e persasi per strada.” Questi giovanissimi scout saranno dei veri ricognitori ed esploratori, in grado di cavarsela da soli nelle situazioni più svantaggiate. Sapranno organizzarsi e attrezzarsi, sia interiormente sia esteriormente, in ogni evenienza, in rapporto al modo di vivere e di pensare che la rete ha cambiato. Si può migliorare lo ‘spazio on line’ che chiamiamo rete, e che, sempre meno, distingue tra vita on line e vita off line. Portare lo stile scout anche in rete. In questi ragazzi dalle opinioni chiare, la diversità delle idee e dei valori non sarà un ostacolo o una barriera, ma sarà vissuta come occasione di dialogo, nella consapevolezza che la pluralità, rispettosa delle diverse individualità, costituisce reciproco arricchimento. “Noi siamo scout e stiam gridando: "Prendimi per mano, camminiamo in quel sentiero, scopriremo insieme il senso della vita. C'è qualcuno, sai, che ormai non spera più, ed allora l'aiuto sarai tu.".
|
27/03/2014 - autore: Enzo Claps |
fonte: IL QUOTIDIANO DELLA BASILICATA |