L'ANSIA SCORRE DENTRO IL RUBINETTO

Sos per le risorse idriche anche ad Avigliano

Avigliano. Metalli, coliformi, alifatici alogenati e clorurati cancerogeni e non, policiclici aromatici, idrocarburi. E’ lungo l’elenco delle sostanze potenzialmente pericolose per la salute umana trovate in due campioni prelevati dall’Associazione Punto Zero in altrettante abitazioni private della cittadina gianturchiana e resi noti sabato sera nel corso di un incontro moderato da Francesco Giordano. L’ingegner Silvana Baldantoni, presidente dell’Associazione Punto Zero, Eros Greco, responsabile qualità del progetto Earth G Basilicata ed il tenente della Polizia Provinciale Giuseppe Di Bello hanno snocciolato dati, spiegando come è avvenuto il campionamento da loro stessi effettuato e mostrando risultati di analisi che, seppur non ritenuti ufficiali (sono in attesa di conferma o smentita da parte degli enti regionali deputati al controllo), sono state effettuate da un ente certificato ed inserito nel circuito Accredia, il Laboratorio Sca di Mesagne. «Non vogliamo fare terrorismo – ha esordito Giordano – ma informazione, perché sapere è un diritto di tutti». «In meno di un anno – ha spiegato la Baldantoni - abbiamo campionato, su mandato di privati, l’acqua in 12 comuni ed in tutti abbiamo trovato piccole e grandi anomalie, sostanze che, anche in esigue quantità, nel corso del tempo, possono causare gravissime malattie. I risultati da noi ottenuti, sino ad ora, sono stati sempre confermati». Chissà se Avigliano, tra i comuni sin’ora attenzionati da Punto Zero, farà eccezione. Nonostante l’importante lavoro e le rilevanti scoperte, il cammino dell’associazione e delle indagini sulle acque non è stato semplice ed agevole. «Abbiamo avuto diverse denunce- afferma Di Bello-, come quella di Tecnoparco Val Basento e quella annunciata dal comune di Tito. Noi, tuttavia andiamo avanti nel tentativo di avere una vera presa di coscienza della collettività, perché la prevenzione e la salute sono una cosa seria». «Ad Avigliano – continua il tenente -, non ci saremmo, sinceramente, mai aspettati di trovare questi valori. Non siamo assolutamente ai livelli di Tito, ma non c’è neppure qui da stare tranquilli. Da dove provengono le sostanze presenti nell’acqua? E’ importante ora ricercare la fonte di quest’inquinamento. Noi abbiamo dato un flash; la palla passa adesso all’amministrazione che dovrà cercare di capire e risolvere il problema». «Non dimentichiamoci – sottolinea - che alcune delle sostanze trovate possono agire direttamente sul dna nelle fasce più deboli della popolazione, come i bambini». «Dobbiamo stare con gli occhi aperti – ha rincarato Greco -, memori anche di quanto avvenuto nella terra dei fuochi. La pubblica amministrazione ha sicuramente colpe enormi per lo stato attuale dell’inquinamento della Regione, ma non sottovalutiamo che ogni singolo cittadino non è immune da mancanze: un cambio d’olio di un trattore, ad esempio, con il liquido versato nel terreno, può inquinare uno specchio d’acqua grande come un campo di calcio per anni; figuriamoci cosa accade in acque statiche come quelle delle falde». «La presa di coscienza colletiva è indispensabile – conclude –per tutelare noi, i nostri figli ed i nostri nipoti». «Abbiamo immediatamente attivato – ha detto l’assessore Ivan Santoro, intervenuto a nome dell’amministrazione comunale – tutti i canali affinché si faccia chiarezza sul reale stato dell’acqua che scorre dai rubinetti degli aviglianesi e siamo in attesa dei dati dell’Arpab, dell’Acquedotto lucano e dell’Asp. Prima di creare allarmismo cerchiamo di avere certezze. L’amministrazione è pronta a prendere, se fosse verificato l’inquinamento, tutte le iniziative necessarie per tutelare la salute pubblica, senza fare sconti a nessuno. Nel frattempo, tuttavia, io e i miei figli continueremo a bere l’acqua potabile»
30/04/2014 - autore: Sandra Guglielmi
fonte: LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

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