AVIGLIANO i più piccini spiegano la loro idea di città
Nel mese degl’incontri con l’amministrazione comunale di Avigliano organizzato dall’Azione Cattolica dei Ragazzi: “tutti in gioco” è il titolo del primo evento svoltosi il 31 maggio nella sala consiliare, dove i ragazzi hanno proiettato un video auto prodotto da loro, girato tra i parchi e le piazze della città per poi aprire un dibattito confronto bambino - adulto sui problemi che rendono questi luoghi inadatti alla vivibilità e al gioco dei bambini e di conseguenza chiedere un impegno da parte dell’amministrazione comunale affinché questi luoghi siano fruibili a misura di essere umano. Per l’amministrazione era presente l’assessore alla cultura e istruzione, con delega anche allo sport, Anna D’Andrea e il vicesindaco Antonio Bochicchio che, per motivi istituzionali, ha ritardato di molto la sua presenza arrivando quasi a conclusione dell’incontro. L’articolo 31 della Convenzione dei diritti dei bambini di New York del 1989 dice che i bambini hanno diritto al gioco. Un diritto apparentemente ovvio, ma di solito non viene rispettato per colpa di una programmazione della città fatta dagli adulti e per gli adulti. Per rispondere adeguatamente a queste esigenze prospettate dai bambini, bisognerebbe ri-progettare la città a dimensione di bambino, futuro adulto, e per questo la progettazione integrata deve essere partecipata chiamando i bambini a dire la propria. Pensare ad una attività che prevede la partecipazione dei bambini che, assieme a tecnici della città (architetti, urbanisti, ambientalisti, ecc. a seconda del compito) interviene su un ambiente, uno spazio o un servizio, per i quali è prevista una ristrutturazione. L’obiettivo è quello di raccogliere dai bambini le loro esigenze, di interpretare con loro i bisogni della comunità, avere da loro idee e proposte per la ristrutturazione e arrivare ad un progetto che possa godere della creatività dei bambini, ma che sia realizzabile grazie ai contributi dell'esperto e dell’adulto. Non è più concepibile progettare l’urbanistica della città partendo dalle tavole a scala 1:10.000, la città vista dall'alto, da lontano, ed è a quella distanza che si prendono le decisioni più importanti per una città di grandi dimensioni, decisioni utopistiche che solo una minoranza di cittadini utilizzerà. E non si pensa che la maggioranza dei cittadini vive nella piccola città, fatta non solo di case e fabbricati ma anche di affetti e conoscenze, che è il proprio quartiere. Ci vivono i bambini che vorrebbero poter andare a scuola e giocare senza scomodare i genitori a doverli ogni volta accompagnare, ci vivono gli anziani che vorrebbero poter passeggiare, arrivare alla posta o all'edicola senza pericoli e leggere il giornale in un giardino o poter giocare a carte con gli amici. Ci vivono i portatori di handicap per i quali oggi è quasi impossibile uscire di casa e che vorrebbero invece essere riconosciuti come cittadini godendo il diritto di percorrere la loro città. Ci vivono cani e gatti randagi e di proprietà che vanno salvaguardati. Le domande di Nicola, Antonella, Chiara, Miryam e Maria Pia sono andate tutte in questa direzione: prestare attenzione per ampliare, vivere e fruire dignitosamente degli spazi collettivi che offre la nostra città. Le risposte dell’amministrazione sono state chiare e inequivocabili: tanto si sta facendo grazie anche al volontariato di persone che vivono per la città come Guappone e Guglielmi, ma tanto si può ancora fare, bilancio comunale permettendo, e oggi più che mai con l’aiuto di tutti a partire dai suggerimenti che arrivano dai bambini. In buona sostanza: “Per una nuova regolamentazione urbanistica, prima che le decisioni importanti siano già state prese”, continua a microfoni spenti il vicesindaco Bochicchio intrattenutosi con i responsabili dell’azione cattolica e di alcuni genitori con i loro figli: “la progettazione urbanistica deve arrivare più vicina alla gente per dirla in termini tecnici, adottando scale 1:500 che permettono di vedere le case, le strade e i marciapiedi più da vicino con gli occhi dei bambini capaci di sviluppare politiche atte a restituire autonomia ai bambini attraverso opportuni interventi strutturali e di comportamento.”. Conclude Bochicchio: “La modifica dello Statuto comunale tanto atteso deve tenere conto di tutto ciò e proporre la partecipazione diretta dei bambini attraverso l'attivazione di esperienze come il "Consiglio dei bambini" e la "Progettazione partecipata".”. |
02/06/2014 - autore: Enzo Claps |
fonte: IL QUOTIDIANO DELLA BASILICATA |