ECCO TUCCIO IL «PROVOCATORE» FA CENTRO CON I SUOI SPOT BIZZARRI

Ristoratore aviglianese che fa parlare di sé per originali trovate pubblicitarie

AVIGLIANO. Il marketing è l’anima del commercio . Lo sa bene Luciano Genovese, uno dei più noti ristoratori della regione, che sta riuscendo, con eccentriche campagne pubblicitarie ed iniziative promozionali, a tenere alta l’attenzione sul suo ristorante “da Tuccio”, richiamando clienti da tutta la regione. L’ultima campagna, in ordine di tempo, “La pagina di Tuccio” sta facendo parlare per l’ennesima volta di sé, avendo centrato, con la stravaganza che contraddistingue la strategia del giovane Luciano Genovese e del suo pubblicitario di fiducia, Valerio Calabrese, alias Bulsara, ancora una volta l’obiettivo e calamitato l’attenzione. Abbiamo incontrato Genovese nel suo locale, in via Don Minzoni ad Avigliano. «Sono stati mio padre e mia madre - inizia a raccontare-, nel 1981, ad aprire questo ristorante. Io lo gestisco dal 1989 in collaborazione con mia sorella Carmelina, che sta in cucina. E’ lei ora che, avendo preso il testimone da nostra madre, prepara i piatti che ci hanno resi famosi, dal pollo alla fish-tac alla trippa ad insalata, dagli strascinati mollicati coi peperoni cruschi sino ai numerosi piatti a base di baccalà». Le campagne pubblicitarie lanciate negli ultimi tempi stanno addirittura travalicando gli obiettivi prefissati e sono diventate una cassa di risonanza importante per uno dei ristoranti tipici della cittadina gianturchiana. «Solitamente - racconta Luciano -parto senza grandi idee. Poi, discutendo con Valerio riusciamo, scherzando, a creare le mie campagna. Lui dice che sono un genio. Sicuramente sono un po’ folle: mi piace osare e la finta pagina di giornale ne è l’esempio emblematico». Scuse a clienti cacciati in malo modo durante attacchi d’ira, confessioni circa la propria vita intima, cavalcando il ricordo di manifesti con cui tappezzò qualche anno fa Potenza per riconquistare un amore che lui stesso oggi dice essere finito per sempre, strambe teorie finanziarie: la finta e parodistica pagina di giornale dell’ultima campagna shock di Tuccio riassume davvero la bizzarria del suo proprietario, che non si può certo negare abbia un grande senso dell’humor. «Un'altra campagna - continua - che è finita sulle pagine de L’Espresso e Repubblica, perché scambiata per pubblicità elettorale, è stata quella per lanciare la new entry del nostro locale, la pizza. I miei manifesti “Nata vota Tuccio”, con la mia faccia da un lato e una pizza contrassegnata da una x, furono scambiati da molti come slogan elettorali, traendo in inganno anche i giornali nazionali, che mi hanno inserito tra le campagne più trash delle elezioni, regalandomi un’inaspettata risonanza». Genovese non utilizza solo la classica, seppur estrosa, pubblicità per sostenere la vita del suo locale, promuovendo serata a tema, dall’October fest a Miss Italia, e ideando la moneta aviglianese. «Un giorno - racconta - mentre facevo benzina, la persona che mi precedeva pagò con dei buoni. Ebbi un’illuminazione ed andai subito da un tipografo mio amico. Quando gli spiegai la mia idea, lui tentò di sconsigliarmi, ma dovette cedere alla mia testardaggine e mi stampò i primi 200.000 € in buoni pasto al portatore. Quando vado da un fornitore, acquisto un bene o un servizio e pago una parte in soldi ed un altra in buoni pasto da Tuccio. Successivamente questi fornitori si passano di mano i buoni come regolare moneta. Senza quest’idea, che mi ha portato davvero un enorme riscontro, probabilmente oggi avrei chiuso e mandato a casa i 6 dipendenti. Senza idee, investimenti e rischio come avrei fatto a far arrivare tanta gente a conoscere la nostra cucina e i piatti tipici della tradizione di Avigliano?».

30/07/2014 - autore: Sandra Guglielmi
fonte: LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

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