I QUADRI PLASRICI: UN SUCCESSO ASSICURATO

Ad Avigliano anche il sindaco Adduce. E gli applausi del pubblico confermano

Quadri plastici aviglianesi: primo classificato - Il trasporto di Cristo al sepolcro di Antonio Ciseri (1821-1891), (esposto nella Chiesa di San Francesco di Paola a Matera), a cura del Gruppo Aviliart. Lo psicoterapeuta statunitense Milton H. Erickson, nel corso dei suoi seminari, era solito esordire, davanti una platea di giovani studenti, affermando che “la vita è solo una questione di punti di vista.”Qualsiasi fatto, accadimento acquista un suo peculiare valore, sempre diverso, in relazione alla posizione dell’osservatore che, in quel momento, lo guarda attentamente. L’astante si trova dinnanzi a una tela dipinta, dove la luce libera dal buio e rischiara oggetti, profili di donne, muscoli in contrazione. Ma spostandosi qualche passo in avanti o di lato, allora, all’osservatore appaiono improvvisamente particolari mai conosciuti: un angelo sospeso nell’aria, il disegno di un tessuto, il riflesso di una gemma. Pertanto, scoprire il dietro le quinte della creazione, realizzazione e dell’allestimento dei “Quadri Plastici” aviglianesi significa esplorare un “mondo” ai più ignoto: percorrere un cammino non battuto che riserva, in ogni anfratto, nuovi misteri e grande meraviglia. A chi è concessa la possibilità di vedere le maestranze all’opera, si spalanca uno spettacolo nello spettacolo. I direttori artistici che, con ampi gesti delle braccia, disegnano strane forme nell’aria ed impartiscono ordini precisi e perentori. I truccatori che, pazientemente, combinano i colori e, con tocchi leggeri sul viso delle comparse, modellano profili indefiniti, i quali, lambiti dai raggi di luce, si tramutano in viandanti, giocatori di carte, soldati, santi e Madonne. Le costumiste che, con movimenti lineari e ripetitivi, ma mosse dalla genialità e dalla fantasia,intrecciano veli, manipolano stoffe, elaborano monili. Può sembrare un incessante brulichio di persone: un movimento continuo e disordinato di “anime” in pena, condannate all’espiazione di quale peccato. Un Purgatorio in terra, dove i “dannati” vagano, imprecando, vociando e rimpiangendo il Paradiso perduto. "Bisogna avere il caos dentro di sé per generare una stella danzante", così scriveva il filosofo tedesco Friedrich W. Nietzsche. Il Caos inteso come l’insieme confuso, indistinto e turbolento di tutto ciò che ha generato il cosmo. Una massa informe che contiene il tutto. E solo da questo turbinio di voci, gesti, uomini e donne, sospiri e risate si può determinare la nascita di un astro ondeggiante e splendente. Proprio da questo spettacolo nello spettacolo, può originarsi il successo dei “Quadri Plastici” ad Avigliano, e alla fine dell’evento, La vittoria del gruppo “Aviliart” è uguale alla sconfitta dei secondi: gruppo “spazio Ragazzi” e gruppo “Basso la Terra”. Giudicare la rappresentazione vivente di un quadro, diventa tutto soggettivo. Perché tra l'opinabile e l'inopinabile di una vittoria non c'è semplicemente il soggettivo e l'oggettivo, ma c'è qualche cosa di molto più potente e cioè il falso e il vero della rappresentazione vivente. È qui che non resiste l'esperibilità di fatto, ma per carpirlo certo non basta una giuria di esperti a decidere la vittoria. Forse è meglio affidarsi all’applausometro del pubblico che non guarda il particolare ma s’innamora del quadro nella sua interezza. La vera novità di quest’anno è che la comunità aviglianese con i fatti ha contribuito a sostenere la candidatura di Matera a capitale europea della cultura 2019.
05/08/2014 - autore: Enzo Claps
fonte: IL QUOTIDIANO DEL SUD - EDIZIONE BASILICATA

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