La vita come una prigione, un giogo, una pena da espiare?
Boris Pasternak scriveva che l'uomo è nato per vivere, non per prepararsi a vivere”. Quindi, né manuali d’istruzioni o guide per l’uso, quando si parla di apprendere l’arte del vivere. Tra un passato dissolto nei fugaci ricordi e un futuro ammantato dalla stessa indeterminatezza, il presente, con la sua imprevedibilità, costituisce l’unica evidenza: hic et nunc. Qui ed ora, appunto. Come un trapezista che si abbandona nelle sue folli acrobazie, senza appigli o rete di sicurezza, così l’uomo è “condannato” a vivere istante per istante, in una successione di momenti irripetibili. La vita come una prigione, un giogo, una pena da espiare? Forse. Tuttavia, fra un “nulla” ancestrale ed uno probabile che si approssima, la vita si erge come un ponte sospeso su un abisso: unica certezza, unica consapevolezza. La sua grandezza risiede, perciò, nell’essere vissuta a pieno. Assaporarla in ogni aspetto. Ascoltarla in tutte le sue note e vibrazioni. E, in fondo, questo è lo spirito che pervade il libro di poesie di mio cugino, Antonio Mancusi, intitolato “Nati per Vivere”. Esemplificativa è l’immagine scelta dall’autore per la copertina dell’opera: una tastiera di pianoforte distorta nel vuoto e, sul primo tasto, posata una farfalla, a simboleggiare il percorso tortuoso e, nel contempo, avventuroso che ogni uomo dovrà compiere nella propria esistenza. Una scelta controversa ma sicuramente interessante, quella compiuta da Mancusi. Le sue poesie, che racchiudono l’essenza del vivere incamerando le potenzialità della vita con le sue sfumature, traggono forza e vigore dalle esperienze trascorse, dai ricordi d’infanzia, dai libri letti, dai quadri ammirati, dagli amori vissuti, fondendoli assieme in un libro dall’aura magica. Un incantesimo che Antonio Mancusi ha saputo creare, attingendo e trasformando il suo vissuto in un vero e concreto viaggio in quel nebuloso cammino, sospeso nel vuoto, chiamato “vita”. E’ difficile da prevedere se le avversità quotidiane avranno il sopravvento sull’animo dell’autore, indurendolo, pietrificandolo. Oppure, il poeta ne rimarrà indifferente, continuando a raccordare, a modo suo, i fili dell’esistenza. Ma del resto, Antonio Mancusi è così: prendere o lasciare, in accordo con la sua spiazzante e affascinante autarchia, nella poesia come nella vita. Aborrendo il silenzio, l’autore grida, contro tutti e tutto, la sua voglia di vivere. E’ una farfalla, con la sua fragilità, pronta a spiccare il volo, infrangendo le leggi della fisica e della realtà. “E se diventi farfalla – così componeva la poetessa Alda Marini - nessuno pensa più a ciò che è stato quando strisciavi per terra e non volevi le ali.” E’ possibile acquistare il libro “Nati per Vivere” presso l’edicola della stazione Avigliano Città e la cartoleria di Marcello Samela, o visualizzare su Youtube alcuni video, in cui il poeta recita versi anche in vernacolo.
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14/08/2014 - autore: Enzo Claps |
fonte: AVIGLIANONLINE.EU |