Le vicine di casa firmano una lettera per l'associazione Telefono donna e giornali
NEGLI appelli alle donne a denunciare la violenza subita da parte dei propri mariti, fidanzati e compagni ci si rivolge sempre anche a chi sta vicino a queste donne. Familiari, medici, vicini di casa. Forse il “rimprovero” deve essere arrivato o forse si tratta di semplice compartecipazione o senso di giustizia se un gruppo di donne di Avigliano ha deciso di inviare una lettera agli organi di informazione e all'associazione Telefono Donna per denunciare la storia di violenza di una vicina di casa. Undici nomi - la lettera è infatti firmata - per chiedere l’intervento delle autorità competenti e porre fine alle violenze che secondo il loro racconto la donna subisce. Si tratta di A.M.I (la lettera porta il nome per esteso), residente nel quartiere nei pressi di corso Nicola Coviello. Nella lettera si parla di «una situazione inaudita e di violenza fisica e psicologica» che si protrae da mesi. La situazione è delle più classiche. L’autore sarebbe il marito, P.R. I due hanno anche una figlia, presumibilmente adulta, dal momento che nella lettera si contesta il disinteressamento della stessa. Potrebbe non trattarsi di semplice chiacchiericcio, come qualcuno in paese vocifera, definendo la signora come «troppo sensibile» e quindi con una «tendenza a ingigantire anche un semplice litigio». L’11 agosto scorso, infatti, sempre secondo il racconto delle vicine, la donna è stata vittima di alcuni atti di violenza da parte del marito tant’è che sono dovuti intervenire i Carabinieri della Compagnia di Avigliano. Intervento tra l’altro confermato dalla stessa arma, sebbene non specificandone i motivi precisi. Intanto le mittenti di questa lettera pervenuta in redazione, oltre a denunciare chiaramente il signor P.R per «aver alzato le mani con la moglie» parlano di «atti osceni» commessi dallo stesso individuo «nei confronti di ragazzine e signore della zona». Rispetto a ciò, però, pare non vi siano denunzie almeno alle forze dell'ordine. «E’ inaudito - si legge - che nonostante queste cose si sappiano nel quartiere, che se ne parla, e che siano intervenuti i carabinieri, gli eventi denunciati si ripetano nel tempo». E ancora: «Siamo preoccupate perchè al situazione di violenza nei confronti della signora a.M. potrebbe degenerare arrivando anche alla possibile tragica fine della signora». Si riferiscono sì a un possibile atto troppo violento da metterne a repentaglio la vita, sia a un gesto inconsulto da parte della stessa donna. «Il 12 agosto - scrivono ancora - si è allontanata di casa e si è pensato a un gesto inconsulto da parte della, signora, che poi è ritornata nell'abitazione del marito. Lanciamo questo appello - concludono - perchè siamo solidali con al signora, vogliamo che le violenze nei suoi confronti cessino, ma anche affinchè le Autorità competenti intervengano». Intanto Telefono donna invita le donne che hanno scritto la lettera a mettersi in contatto con l'associazione personalmente in modo da poter meglio capire la situazione e dare tutto l’aiuto possibile e soprattutto a spingere la donna vittima della violenza a rivolgersi a loro il prima possibile.
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14/08/2014 - autore: Anna Martino |
fonte: IL QUOTIDIANO DEL SUD - EDIZIONE BASILICATA |