QUEI NOMI CHE FANNO LA STORIA

Avigliano in uno spettacolo il ricordo degli antichi appellativi familiari. L’associazione Aps Terra tornerà a Natale con una nuova rappresentazione

Dare un soprannome ai cognomi delle famiglie di Avigliano centro e delle frazioni era un fenomeno tipico, a detta degli storici, iniziato alla fine del 1600. Questi titoli venivano dati alle abitudini, ai lavori, ai pregi o difetti, che gli abitanti del posto avevano. Ancora oggi, nell'uso locale aviglianese, il soprannome è più conosciuto del cognome ufficiale, essendo individuale al ceppo familiare, permette di distinguere senza errori le famiglie e le persone di uguale nome e cognome. Un esempio riferito al mio cognome: “Claps” discende da sette ceppi diversi, nessuno dei quali legati da parentela e tutti e sette con soprannomi diversi. Il soprannome che contraddistingue il mio ceppo è “La Cagliosa”, che significa “uno che dice una grossa bugia”. Ancora, con il nascere delle contrade poi diventate frazioni di Avigliano, con una discreta concentrazione di piccole masserie abitate in pianta stabile, tanto da indurle ad assumere il nome, o più frequentemente il soprannome del gruppo familiare più numeroso presente. Sono moltissimi gli esempi in cui il soprannome del gruppo familiare, insediatosi in una determinata contrada di Avigliano, viene assunto come toponimo identificativo di quest’ultima. Si legge nel libro di Francesco Manfredi “Le Frazioni di Avigliano nell’età moderna e contemporanea”: “Sorgono così le borgate di Canestrelle (da Capocanestrelle, soprannome di un ramo della famiglia Telesca), Carciuso (Lorusso), Ciccolecchia (Santarsiero), Giardiniera (Sabia), Interluzzi (Santoro), Lazzi e Spilli (Sileo), Latte (Colangelo) Lella (Galasso), Masciangelo (Bochicchio), Marciello (D’Andrea), Meccadinardo (De Carlo), Miracolo (Summa), Moccaro (Mancusi), Nardella (Coviello), Patacca (Pace), Spinamara (Summa), Bancone (Sileo), Sarachelle (Santarsiero), Stagliuozzo (Coviello), Sassano (Giordano).”. Per questo, il mantenimento dei soprannomi ha il merito di rilasciare un codice di comunicazione condiviso, attorno a cui si riconoscono le generazioni. Gli anziani del posto ti chiedono: «A chi appartieni?» E appena la genia viene svelata l’anziano ti ricorda il passato della tua famiglia attraverso il soprannome tanto da farti ritornare alla mente le gesta di almeno tre generazioni esclusa quella attuale. La narrazione dell’anziano è interessante seguirlo, quando racconta la differenza dei “soprannomi” con la confusione tra i Pin, username e nickname del mondo virtuale che non ha nulla a che fare con la storia passata di un paese. Racconta L’Anziana Zia Margarita di Avigliano, che di soprannome fa “la Murese” da parte del marito e precisa “sorg” da parte del padre (ma non lo diciamo in giro): “ Noi vecchi siamo come il catasto, un archivio generale della memoria, che si trasmette alle generazioni di bocca in bocca.” Per non dimenticare la tradizione dei soprannomi, Renato Zaccagnino, presidente dell’associazione APS terra insieme ai straordinari giovani dell’associazione e agli adulti del quartiere di Basso La Terra, hanno messo in scena nel giorno conclusivo della sagra del baccalà divertentissime scenette sul tema gli ““AnnumàT” (i soprannomi delle famiglie aviglianese). L’impresa non è stata delle più semplici, ma è riuscita bene e non importa se un alone magico ha circondato la nascita degli identificativi di gruppo, dove la storia si è arruffata nella leggenda. L’associazione Aps Terra con “Dialoghi e Tradizioni” vi aspetta a Natale 2014 con una nuova rappresentazione del passato aviglianese.
27/08/2014 - autore: Enzo Claps
fonte: IL QUOTIDIANO DEL SUD - EDIZIONE BASILICATA

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