HO PRIVILEGIATO LA SALUTE DEL PAZIENTE - LETTERA AL DIRETTORE

La ricostruzione della "vicenda Summa" del primario di Neurologia, Giuseppe Nacci - "Se non posso agire io, mi adopero perchè gli assistiti possono ricevere il meglio".

EGREGIO direttore, Lo scorso martedì 6 marzo, il giornale da lei diretto pubblicava, anche on line, due articoli a firma di Antonella Giacummo che ritengo lesivi della mia onorabilità personale e professionale. Al primo, scritto con sensazionalistico titolo in prima pagina, se ne è aggiunto un secondo sullo stesso tono, con precisione, quello contenente anche un'intervista all'assessore alla Sanità della Regione Basilicata, Attilio Martorano, entrambi pubblicati a pag. 12. Il paziente cui fanno riferimento gli articoli, il signor Vito Summa, al suo arrivo presso l'A.O.R. San Carlo, sabato 3 marzo, non è stato ricoverato presso la Unità operativa complessa di Neuroradiologia di cui mi onoro di essere il direttore, ma presso l'Unità operativa complessa di Neurochirurgia. Domenica, 4 marzo, alle ore 10 e 15, essendo io il Neuradiologo reperibile, sono stato chiamato per effettuare un esame diagnostico vascolare che la letteratura medica prima, e il ministero del Lavoro e della Sanità poi, qualificano tra quelli che, secondo una specifica successione, debbono essere eseguiti per una corretta diagnosi nel caso di aneurisma. Tali esami sono propedeutici sia per l'intervento neurochirurgico (la craniotomia) sia per quello endovascolare (l'embolizzazione). E' assolutamente falsa la notizia che il paziente abbia subito due interventi. Solo dopo l'esame vascolare di cui sopra, che è eseguito con lieve sedazione, e dopo aver spiegato, assieme ai colleghi della Neurochirurgia, allo stesso paziente e ai suoi familiari: a) le differenze tra I'intervento chirurgico e quello vascolare; b) che per la peculiarità del caso, se si fosse presentata una situazione che avrebbe reso impossibile la via endovascolare, sarebbe stato, comunque, possibile agire con l'intervento chirurgico ho proceduto all'intervento endovascolare di embolizzazione dopo aver raccolto dal paziente il necessario consenso. L'intervento di embolizzazione è stato eseguito con la tecnica del coil semplice, cioè con il rilascio nella sacca aneurismatica, attraverso un microsondino, di alcune microscopiche spirali di platino. Nel caso specifico però, dopo il posizionamento della prima spirale, mi sono accorto che per la morfologia che l'aneurisma aveva ora assunto, occorreva fare ricorso a un'altra tecnica, cioè il remoddelling. Questa tecnica, che è considerata tra le più complesse anche dal Ministero del Lavoro e della Salute, prevede l'introduzione di un micro "palloncino" nell'arteria del paziente, affinché, mentre le spirali sono introdotte nella sacca, il palloncino eviti che vaghino e provochino trombosi nelle arterie cerebrali, con conseguenti gravi danni neurologici o di morte del paziente. Questa tecnica è già stata praticata dal sottoscritto anche presso l'AOR San Carlo, con ottimi risultati, ma la peculiarità di questo caso mi ha portato a fermarmi. Prima di tutto per me viene fa salute del paziente. Sono trentuno anni che vivo la mia vita professionale e non, cercando sempre di corrispondere ai miei pazienti solo il meglio, e se non posso farlo direttamente, mi opero affinché possano riceverlo da chi, secondo la mia esperienza, competenza e professionalità è il meglio. Quanto appena esposto, quindi, mi ha fatto condividere sia la proposta di un intervento chirurgico, come consigliato dai colleghi della Neurochirugia, sia l'intervento di embolizzazione con remoddelling. Sia la precisa cognizione del caso con le sue peculiarità, sia la mia formazione e la mia specializzazione professionale nei migliori centri ospedalieri italiani ed esteri, nosocomi di eccellenza per la ricerca scientifico-universitaria nel campo Neuroradiologico, mi danno la conoscenza diretta che in quei presidi ospedalieri, ove l'Italia tutta va a formarsi, l'intervento endovascolare con il remoddelling e le eventuali complicanze sarebbero state affrontate al meglio. Ho condiviso quindi, la proposta del direttore della UOC di Neurochirurgia, circa l'ospedale Santissima Annunziata di Taranto, dove opera il bravissimo dottor Maurizio Resta, e ho indicato l'ulteriore alternativa dell'Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi di Firenze, unico centro in Italia con Unità Operativa Complessa Interventistica di Neuroradiologia e Neurochirurgia, dove opera l'altrettanto bravissimo dottor Salvatore Mangiafico. Come è noto è stato scelto il Careggi. Voglio sottolineare che fornisco le informazioni di cui sopra nel pieno rispetto del D.Lgs. 196/2003. La giurisprudenza di legittimità afferma che vi è lecito esercizio del diritto di cronaca quando ciò avviene in condizione di verità e di pertinenza e nel concomitante rispetto del limite della continenza, intendendosi con tale canone la correttezza non solo formale dell'esposizione della notizia. La corretta esposizione non può prescindere da precisi elementi, quali, tra gli altri, il lessico impiegato, il tono complessivo del brano, le modalità dì presentazione e di intitolazione della notizia (Cass. Civ. n. 2066/2002 e Cass. Pen. n: 8622/2000). Quanto appena esposto non è rispettato quando le espressioni utilizzate, per l'uso strumentale delle insormazioni, perla sostanza e la forma dei giudizi che le accompagnano, si risolvono in un attacco personale e gratuito al soggetto cui si riferiscono: realizzando una lesione del bene giuridico tutelato del diritto alla reputazione per il modo stesso in cui la cronaca viene attuata (Cass. Pen., n 69/25/2000). Vi chiedo dunque di voler provvedere, ai sensi dell'art. 8 Legge 47/1948 alla rettifica di quanto riportato nei citati articoli. Certo di un vostro sollecito adempimento Porgo i miei distinti saluti. - Giuseppe Nacci----------------------------------------------Gentile dottor Nacci, Come già ribadito al suo collega Maurizio Resta, nessuno ha mai espresso un giudizio su di lei come medico. Nessuno ha mai messo in discussione la sua professionalità e onorabilità. Ce ne guardiamo bene. Ripetiamo per l'ennesima volta che il caso del sindaco Summa - su cui possono esserci state alcune piccole inesattezze dovute alla concitata raccolta delle notizie - è stato emblematico per segnalare un problema che, indubbiamente, il reparto da lei diretto ha. E non si amo noi a dirlo: lo ha detto l'assessore Martorano e lo ha ribadito il direttore generale Des Dorides. Cito testualmente Martorano: «Anche la neuroradiologia aveva già da tempo mostrato molti limiti. Si tratta, anche qui, di un servizio di elevatissima rilevanza che non può rimanere in una zona d'ombra. Se non uno ma diversi pazienti non vengono risolti nel giusto modo in una struttura sanitaria bisogna intervenire». E Des Dorides ha sottolineato come per questo reparto non si raggiunge neanche la soglia minima: solo nove interventi nel 2011. «Questione di numeri, troppo bassi. il sistema è abituato a fermarsi quando l'intervento non puo avere successo. Per questo attivano le procedure per il trasferimento del paziente». E il punto è sempre questo: perchè un paziente che si sente male a Potenza deve scappare fuori se si vuole saIvare? Lei c'entra reIativamente, il problema è una struttura che dovrebbe essere d'eccellenza e non lo è. Come il caso Summa ha messo chiaramente in- evidenza. Cordialmente - Antonella Giacummo
16/03/2012 - autore: Antonella Giacummo
fonte: IL QUOTIDIANO DELLA BASILICATA

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