“I CIUCC’ S’ RANN’ E I BARRIL’ VANN’ PE’ SOTT’!” OVVERO “GLI ASINI SI BISTICCIANO ED I BARILI VANNO PER SOTTO!” OSSIA “ I SOCI DELLE MAGGIORI ASSOCIAZIONI LITIGANO E L’IMMAGINE DI AVIGLIANO NE PAGA LE CONSEGUENZE”

Avigliano: 'A trummetta 'a Vicaria.

“Prendo il giornale e leggo che di giusti al mondo non ce n'è. Come mai, il mondo è così brutto!? ”Avvolte è difficile capire da dove nasce una invidia, ma è facile capire il perché. Cosa è all’origine di tale comportamento? Perché succede ad Avigliano? E soprattutto perché succede nelle associazioni senza scopo di lucro? In queste associazioni le persone dovrebbero stringersi la mano e avere voglia di sentirsi parte di un qualcosa che affonda le origini nell’animo di ognuno di noi, nelle nostre radici e nelle nostre esperienze da mettere in campo per il bene di Avigliano e degli aviglianesi. Stendhal non ha dubbi primeggia: un individualismo sfrenato, l’assenza di una classe dirigente, la mancanza di senso civico e “una funesta abitudine all’odio”. Succede solo ad Avigliano e questo perché: un insieme di persone che non credono e non amano la propria città fatta di gente come loro, una città che grazie alle sue peculiarità è viva ed unica. Che opinione si può fare una persona che legge sui giornali o sui social network: “Pro Loco, è tutti contro tutti – litigi su litigi ad Avigliano. E il bilancio non si approva si va verso il commissariamento attraverso una dubbia auto convocazione”. Giriamo pagina e leggiamo: “Gentilissimi soci, sono Anna Bia e scrivo questa lettera aperta in qualità di ex- vicepresidente della Soms (società operaia di mutuo soccorso) per spiegare quali sono le motivazioni che hanno condotto alle mie dimissioni, (…) secondo il mio modesto parere si sarebbe dovuto seguire il consiglio del notaio il quale, durante una riunione informale (…)alla domanda del Presidente sulle modalità con cui sottoporre all’attenzione dell'assemblea la prossima cessione d’azienda, ha detto che era auspicabile sottoporre la decisione al vaglio dei soci mettendola ai voti.(…) i membri del cda e l'impiegata amministrativa che hanno preso parte a suddetta riunione hanno invece sostenuto la tesi che il notaio avesse consigliato di portare unicamente a conoscenza dei soci la cessione dell'azienda, in sede di assemblea (…)Lo stesso giorno il CD deliberava a maggioranza di assumersi la responsabilità della decisione della cessione dell’impresa senza sottoporla ai voti dell’assemblea, forte del falso convincimento che queste erano le direttive date dal notaio; durante questa votazione io, avendo preso parte all’incontro con il notaio e sapendo che le cose erano andate diversamente, mi sono astenuta dal dare il mio voto rispetto a una cosa non vera. (…)”. Mi fermo qui senza entrare nel merito per ovvie ragioni ma queste opinioni si possono racchiudere in una serie di frasi fatte del 1300 che rispecchiano l’ideologia della classe egemone di quel periodo, quella dei mercanti, come oggi degli affaristi che si intrecciano tra loro anche nelle associazzioni: “Affaticati sempre anzi per te che per altrui.” “Quando vedi il fuoco nella casa del vicino reca l’acqua ne la tua.” “In ogni terra che vai o che stai, dì sempre bene di quei che reggono il Comune; e degli altri non dire però male, perché potrebbero salire al potere.”. Dunque, legalità associativa e giustizia associativa non attraversano un buon momento, nella nostra città. E tuttavia è necessario che di tutto questo si continui a parlare, senza concedersi il lusso del silenzio. Perché è evidente che senza lealtà deperisce la qualità stessa della convivenza. E si finisce nel litigare per far emergere il proprio “interesse” a discapito della collettività. E se sono i giovani a farlo è ancora peggio. Per usare una metafora sportiva, senza regole non c’è partita o la partita è truccata. E a vincere sono sempre i “soliti onesti”, quelli che senza regole o le mistificano, ingrassano perché vivono di tracotanza, prevaricazione, sopraffazione e sfruttamento. E più le regole restano inosservate meglio funzionano i loro privilegi, con grave pregiudizio per l’uguaglianza e per i diritti degli altri. E come ebbe a dire Goethe colpito dalla costante, capillare, onnipresente litigiosità degli italiani: “E’ incredibile come nessuno vada d’accordo con l’altro. Le rivalità provinciali e cittadine sono accesissime, come pure la reciproca intolleranza”. Desolante il tutti contro tutti! Ma non è meglio tutti insieme per salvare e rilanciare Avigliano? Partendo dall’associativismo trasparente iniziando con a pubblicare nei loro siti ufficiali o su aviglianonline.eu i bilanci preventivi e consuntivi?
18/10/2014 - autore: Enzo Claps
fonte: AVIGLIANONLINE.EU

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