L'eredità dell'ideologo «nero»
AVIGLIANO. In un gremito chiostro della Casa comunale si è svolto «Le radici profonde non gelano», un ricordo, a due anni dalla sua scomparsa, di Pino Rauti, uno dei personaggi che ha fatto la storia della politica italiana. Storico esponente missino, il «Gramsci nero», come veniva definito da molti, laureato in legge e giornalista, è stato tra i fondatori del Movimento Sociale Italiano. Negli anni Cinquanta creò Ordine Nuovo, organizzazione di estrema destra che nel 1956 uscì dall’Msi; agli attentati rivendicati con la sigla Ordine Nuovo Pino Rauti si è sempre dichiarato estraneo: accusato tre volte per il reato di concorso in strage per gli attentati di piazza Fontana a Milano, della stazione di Bologna e per la bomba di piazza della Loggia a Brescia, è stato sempre assolto. Oltre al ricordo delle figlie Isabella (moglie di Gianni Alemanno) e Alessandra, hanno dato un contributo di idee e di ricordi sulla sua figura l’On. Paolo Agostinacchio, l’On. Silvano Moffa, l’Assessore Comunale Rocco Tauro e il Sen. Pasquale Viespoli. A moderare l’aviglianese Vincenzo Mancusi, segretario amministrativo nazionale della Fiamma Tricolore. «La generazione politica di mio padre - ha detto Isabella - è quella delibante politica. Una generazione di politici, cioè, che hanno vissuto, coerentemente, l’idea di politica come passione, come bene comune ed interesse nazionale. Per lui la politica è sempre stata socialità, idealità, prima di essere ideologia e progettualità. E forse oggi la debolezza di una certa politica sta nell’incapacità di trovare risposte adeguate ai problemi nuovi ed ai nuovi bisogni».
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19/10/2014 - autore: Sandra Guglielmi |
fonte: LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO |