Ad Avigliano presentato il libro curato dalla figlia Valeria
Si è svolto sabato scorso l’annunciato evento di presentazione del libro “ Vincenzo Verrastro – Fede Cultura Politica” edito da Pisani Teodosio Avigliano e curato dalla figlia Valeria. All’iniziativa hanno partecipato, Preziosi studioso cattolico; Salvatore Lardino storico lucano di comprovata levatura e spessore; Piero Di Siena e G.P. D’Andrea politici di lungo corso e consolidata esperienza. Nelle loro biografie di ex PCI e DC, infatti, si allegorizzano lontane vicende regionali che fecero da sfondo all’azione politica di Verrastro come leader democristiano, presidente della Provincia di Potenza, “governatore” di Regione Basilicata. Già queste tre declinazioni del nostro aviglianese da sole ne configurano la complessità di uomo, di politico, di statista. Verrastro fu una personalità poliedrica e complessa. Nel suo agire politico confluirono una profonda religiosità; un’idea di politica come servizio in cui si intravede tutto il percorso evolutivo dai Popolari d’inizio ‘900 ai migliori Costituenti democristiani del 1946. A suo modo anche Verrastro fu un costituente regionale dal momento che fu il primo presidente della regione e in questa veste da protagonista contribuì alla stesura dello Statuto. Su questo tema magistrale è stata la lettura di una parte del discorso del prof Verrastro che consegnava ai lucani la Carta Statutaria. L’ultimo decennio della sua vita pubblica (1970-1982) fu contrassegnato dal governo della Regione, dal suo difficile avvio, dalla incapacità dell’intera classe dirigente di allora di affrontare problemi inediti che richiedevano risposte dal respiro lungo. Gli storici in una sala piena di gente che, si sentiva a suo agio e aveva voglia di ascoltare, hanno spiegato a modo loro il politico, il cattolico ma soprattutto lo spessore umano dell’uomo Vincenzo Verrastro. La lezione dello storico Lardino ha messo in luce la forte attenzione al territorio aviglianese, di Verrastro, ma anche la forte attenzione allo sviluppo della Basilicata: il territorio deve coniugarsi con lo sviluppo. E questo passaggio è più che mai di grande attualità. Nella parabola di Verrastro leggendo il suo diario è possibile ritrovare la saga del riformismo lucano e meridionale. A chiusura della serata, a microfoni spenti, Domenico Tripaldi, da democristiano convinto, ha espresso la sua soddisfazione, perché: ”L’iniziativa organizzata dal Comune di Avigliano e dalla Fondazione Gianturco sabato 25 ottobre si colloca nel solco di quanto da me auspicato in occasione della prima manifestazione in ricordo di Verrastro, tenutasi ad Avigliano nel dicembre 2004 a pochi mesi dalla sua scomparsa, e ribadito in apertura delle “Giornate in ricordo di Vincenzo Verrastro” del novembre 2009: la riflessione sulla figura e l’opera di Verrastro non si riduce ad un fatto meramente celebrativo, ma in linea con il suo stile sobrio e rigoroso, costituisce una concreta occasione di studio e approfondimento sul periodo storico che lo ha visto recitare un ruolo di primo piano nella costruzione della Basilicata moderna.”. Il sindaco Vito Summa ha sottolineato: “Vincenzo Verrastro è stato e continua ad essere per gli aviglianesi uno dei massimi “personaggi di cultura”, e il suo impegno politico si comprende alla luce della lettura di questo libro. La sua azione politica e amministrativa ha garantito per anni prosperità e crescita alla comunità aviglianese, restituendo l'immagine di un uomo che viveva l'agire politico esclusivamente come dedizione al perseguimento del bene comune. Il suo è stato un cambiamento dal "fiato lungo", come lui stesso amava definirlo, e oggi gli studenti lucani a lui devono molto, a partire dalla istituzione della Università della Basilicata. La sua memoria è ancora viva e presente nell'animo degli aviglianesi, sia dei suoi sostenitori che di quanti lo avversarono politicamente, essendo stato tra i protagonisti del suo tempo, ed avendo contribuito alla trasformazione dalla Basilicata, da territorio prevalentemente agricolo ed economicamente arretrato in una regione aperta, vivace e collocata dentro le sfide della modernità.”. Perché Verrastro uscì improvvisamente di scena nel 1982? Nessuna risposta è arrivata dagli storici del convegno e mi ripeto: è ancora vivente qualche persona a cui chiedere ragione di quella che agli occhi di molti, ieri come oggi, è sembrata una vera e propria defenestrazione? Una nota di merito va all’editore Pisani Teodosio che con i piccoli mezzi artigianali a disposizione ha fatto un ottimo lavoro di impaginazione, struttura e tenuta del volume che è possibile acquistare presso lo stesso editore o nelle edicole di Avigliano e Potenza. |
29/10/2014 - autore: Enzo Claps |
fonte: LA NUOVA DEL SUD |