Not In My Back Yard “Non nel mio cortile”
Dopo aver letto l’allucinante comunicato stampa dei consiglieri di maggioranza del comune di Avigliano, Davide Bia, Ivan Vito Santoro (assessore) e Michele De Lisa, dopo essere stato fermato dal consigliere mio omonimo, Vincenzo Claps di fratelli d’Italia che mi ha accusato di essere a favore delle estrazioni selvagge e quindi pro art. 38 e dopo aver visto di persona gli studenti che hanno inscenato un sit-in: tutti giù per terra a manifestare sotto la regione, distratti da un solo obbiettivo chattare con i telefonini e non ascoltare i capi studenti che si sgolavano con il megafono, bene, dopo aver visto e sentito tutto questo mi sento di dire che nessuno dei contestatori abbia letto e capito l’art. 38 del D.L. 133/2014 (decreto "sblocca-Italia"): Legge di conversione 164/2014. L’inverno è alle porte, tutti allerta, nell’aria si sprigionano i tanti virus provenienti da ogni parte del mondo che trasmettono patologie particolari come l’influenza e quindi rischiamo di ammalarci. Però da qualche anno sta emergendo un nuovo “agente” che colpisce la massa e sta assumendo proporzioni sempre più grandi tanto da non poterlo più ignorare. Parlo del fenomenale virus soprannominato dai sociologi “Effetto NIMBY”, acronimo inglese che significa: Not In My Back Yard, cioè letteralmente “Non nel mio cortile”. Questo patogeno di solido viene trasmesso dai “Bastian contrario” il cui identikit corrisponde quasi sempre a persona non preparata che trasforma spiegazioni tecniche in discorsi demagogici di massa. Però questa persona, come ho già avuto modo di dire in un precedente articolo, non rinuncia ad ogni tipo di agio come fumare marlboro viaggiare in automobili di lusso, sempre munito di telefonino con tanto di vivavoce e computer di nuova generazione tenere i termosifoni o l’aria condizionata della casa e dell’ufficio a manetta e tanto altro. Quanti danni stai facendo caro “petrolio nero”! Ma non potevi essere bianco? Maledetta localizzazione: perché proprio nel mio giardino? E si. Localizzare impianti per la produzione di energia di ogni tipo – ma anche inceneritori, discariche, come costruire nuove industrie chimiche, prigioni, strade ad alta velocità o aeroporti incontra di sovente reazioni di opposizione da parte delle comunità locali. Questi “beni pubblici” hanno un aspetto privato negativo che crea un problema di localizzazione:tutte le comunità (non solo quella locale, ma anche quelle limitrofe, la comunità nazionale e, in alcuni casi, quella globale) le vogliono perché traggono benefici dalla loro esistenza, a patto che non si realizzino nel proprio territorio. Così nasce la confusione e scatta la nimby fobia. Come ho già detto sopra, ma questi contestatari che vogliono impugnare l’Art. 38 (Misure per la valorizzazione delle risorse energetiche nazionali), se lo sono letti nella sua interezza l’articolo con tutti i riferimenti di norme e leggi correlate? Mi sa proprio di no! Siamo sicuri che è così semplice applicare l’art. 38? E siamo sicuri che gli enti territoriali hanno le mani legali legate? Dopo tanto sentito, spero di non sbagliarmi e che la mia interpretazione sia corretta altrimenti pazienza reciterò il mea culpa. Leggo ai comma 1 e 6 Dell’art 38: “1. Al fine di valorizzare le risorse energetiche nazionali e garantire la sicurezza degli approvvigionamenti del Paese, le attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi e quelle di stoccaggio sotterraneo di gas naturale rivestono carattere di interesse strategico e sono di pubblica utilità, urgenti e indifferibili. (…)”. 6. Il titolo concessorio unico di cui al comma 5 e' accordato: a) con decreto del Ministero dello sviluppo economico, sentite la Commissione (…) d'intesa, per le attività da svolgere in terraferma, con la regione (…) territorialmente interessata;b) a seguito di un procedimento unico svolto nel termine di centottanta giorni tramite apposita conferenza di servizi, nel cui ambito e' svolta anche la valutazione ambientale strategica del programma complessivo dei lavori; c) a soggetti che dispongono di capacità tecnica, economica ed organizzativa ed offrono garanzie adeguate alla esecuzione e realizzazione dei programmi presentati (…) Le attività di perforazione e di realizzazione degli impianti di sviluppo sono soggette a VIA e ad autorizzazione di sicurezza, svolte secondo le procedure stabilite dalla legge entro 60 giorni dalla presentazione delle domande. (…)”. Tutto ciò significa che l’energia è diventata di pubblica utilità, gli enti territoriali interessati non sono stati esautorati e la VIA (valutazione d’imbatto ambientale) non è stata abrogata ma la procedura deve essere sempre fatta nel rispetto del termine perentorio di 60 giorni (mi sa tanto che qualche burocrate deve finalmente lavorare nel rispetto dei tempi e delle leggi). Continuando nella lettura dell’art. 38 al comma 10 “All'articolo 8 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, dopo il comma 1 sono inseriti i seguenti: "1-bis. Al fine di tutelare le risorse nazionali di idrocarburi in mare (…) oggetto di attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi, (…), il Ministero dello sviluppo economico, di concerto con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentite le Regioni interessate, può autorizzare, per un periodo non superiore a cinque anni, progetti sperimentali di coltivazione di giacimenti. (…). Ove nel corso delle attività di verifica vengano accertati fenomeni di subsidenza sulla costa determinati dall'attività', il programma dei lavori e' interrotto e l'autorizzazione alla sperimentazione decade. (…) comma 1-ter. Nel caso di attività di cui al comma 1-bis, ai territori costieri si applica quanto previsto dall'articolo 1, comma 5, della legge n.239 del 2004 e successive modificazioni." Comma 11. Al comma 82-sexies, dell'articolo 1 della legge 23 agosto 2004, n. 239, dopo le parole "compresa la perforazione", sono aggiunte le parole "e la reiniezione delle acque di strato o della frazione gassosa estratta in giacimento". Leggendo i comma con le leggi richiamate che qui ho riportato, a mio avviso non è poi mica tanto facile perforare per estrarre il petrolio nel rispetto della legge e delle bonifiche immediate. In conclusione la legge che include l’art. 38 ha raggiunto i gangli vitali della burocrazia che ama rallentare per comodità e “sfaticatezza” ogni iter. Una cosa è certa che i “Bastian contrario”, si sono cuciti addosso la mise eco-dem da sfoggiare nelle feste comandate (appuntamenti elettorali, Feste partitiche, Feste popolari, convegni, ecc.), mostrando la loro vera natura. Speriamo che mantengono. |
13/11/2014 - autore: Enzo Claps |
fonte: AVIGLIANONLINE.EU |