I cattivi consigli dati al sindaco De Luca stanno portando il capoluogo di regione verso il dissesto finanziario pilotato
Potenza perde il pelo ma non il vizio e ci ricasca. Correva l’anno 1995 il capoluogo di regione contava circa 65713 abitanti e il 04 aprile1995 il consiglio comunale di Potenza, ai sensi dell’ex articolo 25 del decreto legge n. 66 del 2 marzo 1989 ovvero ai sensi dell’art. 77 del d.lg. 25 febbraio 1995, n. 77, deliberava il dissesto finanziario del comune perché non poteva garantire l'assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili per la popolazione. Sono passati 19 anni da quella data e il capoluogo di regione, a torto o a ragione degli amministratori, si ritrova nuovamente con un piede nella fossa del dissesto finanziario. La paura che circola tra gli uffici e i corridoi del Comune e tra la gente di Potenza in aggiunta a chi siede sugli scranni del comune è una sola: dissesto. La domanda è semplice: cosa accadrebbe in caso di una dichiarazione di dissesto finanziario? Perché il partito del consigliere Gianni Rosa che sostiene il sindaco De Luca dopo aver votato e approvato il consuntivo della passata amministrazione ora “stranamente” vuole a tutti i costi il dissesto? I conti non tornano. Comunque non entro nel merito della mera norma amministrativa in quanto ci sono gli articoli del Testo Unico sugli Enti Locali (Tuel) che spiegano dettagliatamente queste procedure che un ragioniere commercialista dovrebbe conoscere meglio di chi non mastica bilanci. La patata bollente a queste risposte è che la dichiarazione di dissesto non spetta né alla Corte dei Conti, né al Governo, né alla Regione, ma solamente al Consiglio Comunale mediante l’assunzione del deliberato di consiglio irrevocabile ai sensi dell’art 246 (Tuel) con l’assunzione di ogni responsabilità in quanto i consiglieri hanno a disposizione tutte le informazioni necessarie che diano comprovata certezza di un dissesto finanziario comprensivo dell’approvazione del bilancio consuntivo scorso. E’ chiaro che la dichiarazione di dissesto produrrà i suoi effetti che di certo saranno indolore caro Gianni Rosa. Inoltre, la dichiarazione del dissesto finanziario non comporta né le dimissioni del sindaco e della giunta, né lo scioglimento del consiglio comunale in quanto i consiglieri vengono affiancati nelle loro funzioni da una Commissione di tre membri (Commissari), espressamente nominata dal Ministero degli Interni con decreto del Presidente della Repubblica. Ciò significa che passerete alla storia come i “passa carte” che hanno determinato qualcosa di grave che si poteva evitare. Se non lo sai, il consiglio comunale, per giunta, dovrà deliberare sulla rideterminazione della pianta organica, rispettando il rapporto dipendenti / popolazione (la proporzione è di 1 dipendente per 93 abitanti), di conseguenza il personale in esubero sarà messo a disposizione o in mobilità se tale rapporto con la popolazione risulta sproporzionato. E sicuramente il ragioniere Rocco Coviello capo staf del sindaco De Luca assunto con la delibera di giunta n. 116 del 7 agosto 2014 va a casa. E questa è una patata ancora più bollente da pelare per lo sprovveduto consigliere regionale Gianni Rosa. Fin qui la soluzione più drastica, se invece si opta per il dissesto finanziario pilotato il Comune dovrà affrontare la procedura di legge prevista per riequilibrare i conti. Non si potranno accendere nuovi mutui, ci sarà il blocco delle assunzioni, si dovranno tagliare del 10 per cento le voci di spesa ( e il capo staf del sindaco comunque va sempre a casa) e, soprattutto, nel periodo di “riabilitazione” si dovranno applicare le aliquote massime delle tasse comunali che credo sono già al massimo, in verità. Concludo con una provocazione amministrativa, ricordando che la situazione di dissesto economico-finanziario che interessa le casse comunali di Potenza sarebbe stata sicuramente meno grave se gli amministratori degli ultimi 20 anni, e mi riferisco non ai politici ma ai dirigenti degli uffici, memori del passato dissesto, avessero ascoltato meno i politici e si fossero comportati come il "buon padre di famiglia", cioè quello che non fa spese pazze e che anzi, nei periodi di "vacche grasse", riesce a fronteggiare le emergenze finanziarie. In questo preciso contesto si inserisce l’articolo 107 del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali – (Funzioni e responsabilità della dirigenza).
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14/11/2014 - autore: Enzo Claps |
fonte: AVIGLIANONLINE.EU |
enzo claps da avigliano | 19/11/2014 - 22:27 |
io copia, tu invece leggi e non capisci... io ho scritto di bilancio consuntivo approvato anche dal tuo partito e non di bilancio preventivo... ripassa la lezione che è meglio.... |