SCENDE LA PIOGGIA… MA CHE FA

La natura fa il suo corso il resto lo fa la mano dell’uomo

“C'è chi aspetta la pioggia per non piangere da solo.”. Quando ci troviamo di fronte al crescendo di alluvioni, frane, allagamenti, disastri dovuti a eventi atmosferici come la pioggia fuori dell’ordinario questa frase di Fabrizio De André ci deve far riflettere e cercare di capirne le cause. E quando si parla di cause tutti sappiamo che nel nostro Paese è ancora fortissima la tendenza a cementificare disordinatamente il suolo libero. L’abusivismo edilizio da nord a Sud, la crescita a macchia d’olio delle città e dei paesi, l’integrale urbanizzazione di lunghi tratti delle coste e dagli argini dei fiumi hanno segnato lo sviluppo territoriale dell’Italia contemporanea. Il suolo è una risorsa non rinnovabile che l’uomo, con le sue attività, ‘consuma’ inconsapevolmente. Ancora, l’avanzata dell’urbanizzazione contende il terreno all’agricoltura e spinge all’occupazione di aree sempre più marginali, se non addirittura inadatte all’insediamento, come gli argini dei fiumi che sono le aree a più alto rischio idrogeologico. Ci siamo mai chiesti che cosa succede a un fiume quando si modifica o si dimentica la larghezza del suo letto e si cerca di beffare la legge c.d. Galasso? Ogni volta che si è costruito nelle vicinanze di un fiume apparentemente dormiente e ridotto a un rigagnolo possono passare anni senza che accada nulla. Poi basta un’abbondante pioggia e scopri quanti danni, in termini di allagamenti, alluvioni e ahimè purtroppo di vite umane, può provocare l’innocuo rigagnolo. “Scende la pioggia ma che fa”: 3671 comuni a rischio, 4216 eventi negli ultimi 100 anni, milioni di chilometri quadrati distrutti, più di 13.000 fra morti, dispersi e feriti dal 1950 al 2014. In realtà la pioggia fa danni, blocca la città, tiene ostaggi i cittadini. La pioggia? o l’insipienza delle Amministrazioni via via succedutesi? Sicuramente potevano spendere diversamente i soldi pubblici ad esempio per la messa in sicurezza e impedire la nascita di nuovi mostri abitativi sulle rive di fiumi e torrenti tante volte addirittura tombati. La natura fa il suo corso il resto lo fa la mano dell’uomo. Un fiume è un corpo vivo, che in determinate stagioni ha necessità di crescere, e in altre dimagrisce. E così di fronte alla devastazione delle alluvioni per colpa dell’uomo tutti fanno lo scaricabarile addossando le colpe sempre all’altro, come chi si piazza al centro e punta il dito ora contro quelli della destra ora contro quelli della sinistra. Parlamentari vi suggerisco di date la colpa al buon Dio. Così ci evitate questo spettacolo desolante. Bisogna dire stop al consumo di suolo in maniera incondizionata e orientare le risorse in altro senso. E quindi approvate magari all’unanimità, la legge per il “contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato” che si ispira agli art. 9 e 117 della nostra Costituzione e che è ferma da tre anni. Una legge vera. Con scelte finalmente radicali sulle infrastrutture, perché non se ne può più e di cose buone, da questo punto di vista, non ne sono state fatte molte. Da nessuno. Allora si: scende la pioggia ma che mai può fare.
19/11/2014 - autore: Enzo Claps
fonte: AVIGLIANONLINE.EU

Back