Avigliano - “I Tind’l” vi danno appuntamento a febbraio 2016 per un nuovo carnevale da passare insieme.
“Zizza zizza zizza, ràmm nanzè r’ sauzizza – a’ sé nun’ mè nè vuoi’ rà semp’ Z’RON taggià chiamà” è il motto che meglio riassume tutto quello che il Carnevale rappresenta nella tradizione aviglianese e che si è perpetuato venerdì 13 febbraio. Il tempo incerto ha provato a fare un perfetto scherzo di carnevale ai “I Tind’l”, con minaccia di pioggia e neve e cielo cupo fin dalle prime ore dell’alba di venerdì, facendo presagire un probabile rinvio. Invece no, niente scherzo: il cielo in mattinata si è aperto, e un sole d’inverno ha accompagnato gli ultimi preparativi in piazza Gianturco per la parte finale del carnevale. Alle 17,30 tutto era pronto e i Tind’l, con la faccia e le mani nere di carbone, hanno invaso i vicoli e le strade del paese per bussare nella migliore tradizione carnevalesca alle porte delle case e chiedere roba da mangiare preferibilmente salsiccia e “subborsata” paesana, vino, pane e dolci tipici locali. La tradizione carnevalesca dei “I Tind’l” che affonda le radici in tempi lontani, lo spirito allegro, provocatorio, senza freni accompagnato dal rito funebre con le casse da morte a seguito del fantoccio di paglia che è stato sacrificato, è e resta l’emblema della società che viviamo oggi e guardando le maschere del passato in azione, viene voglia di dire “si stava meglio quando si stava peggio”. Il Carnevale aviglianese che ha radunato oltre 70 maschere non dà segni di stanchezza, anzi, di anno in anno fiorisce sempre più, cresce assieme alle nuove generazioni di “karnevalisti”, arricchendosi sia di maschere attuali che di quelle tradizionali di un’epoca passata. Al termine lo spettacolo, accompagnato dai fuochi pirotecnici, si è concluso con il rito del “Falò di carnevale”. “Uno spettacolo bello, pieno di simbolismi, è così che il Carnevale tira le cuoia, tra gli strepiti del suo corteo cencioso ed esaltato”, ha commentato soddisfatto al termine il vicesindaco Antonio Bochicchio. "Il carnevale di Avigliano, è un evento che lascia dietro di sé una profonda scia emotiva ed è questo, a mio avviso, il maggiore merito dell'abilità creativa di Renato Zaccagnino che con pochi fondi e con la generosità di tanti è riuscito a superare tutti gli ostacoli compreso la “strategica” mancanza della protezione civile aviglianese,dando vita ad una festa allegra, spiritosa, che critica l’attualità. Una festa che dà a ognuno la possibilità di diventare, almeno per qualche ora, ciò che desidera essere.” Continua Bochicchio – “Guardando le maschere nella loro interezza e rappresentazione posso affermare che sono riusciti a disegnare egregiamente l'oscuro stigma dell'assassinio del carnevale, che cancella la sua profonda cognizione del dolore, la sua resistenza ossessiva alle ferite della vita, il dualismo flessibile tra il carnevale che va via e la quaresima che fa il suo ingresso. Guardando Renato Zaccagnino, ho visto nei suoi occhi un delirio di lucida stanchezza ma di grande soddisfazione che lampeggiavano schizofrenici, scomponendo l’animo in due atti contrapposti. Il bene, che è il desiderio da trasmettere alla gente. E il male, che corrisponde alla realtà del giorno dopo. “Il carnevale, anche quest’anno - ha concluso il vicesindaco - con “I Tind’l” ha trionfato e tutto questo per un lungo pomeriggio che ha donato pura allegria alla città di Avigliano”.
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15/02/2015 - autore: Enzo Claps |
fonte: AVIGLIANONLINE.EU |