CHE PENA VEDERE QUELLO CHE SUCCEDE AD AVIGLIANO

LA TENZONE pre-elettorale che agita il Pd aviglianese indica solamente il degrado cui è giunta la lotta politica interna ad un partito che è , ad un tempo, vittima e carnefice delle sue irrisolte contraddizioni.

La prima delle quali è riconducibile all’assoluta modestia del gruppo dirigente del Pd locale nel quale le terze e, forse, anche quarte file dei partiti di un tempo e dei relativi movimenti giovanili si sono trovati, improvvisamente, proiettati in ruoli di responsabilità politica e / o amministrative senza avere un’adeguata caratura. La seconda è quella di avere assecondato, sottovalutato e legittimato negli equilibri interni un antistorico “neocampani - lismo federiciano” prosperato nei decenni e fondato sul nulla . In un partito che, ancora oggi , sconta il fatto di essere una mera sommatoria di gruppi provenienti da diverse appartenenze tenuti insieme più che altro dalle occasioni offerte dal potere, la scelta di delegare, senza un’adeguata regia politica ed una riconosciuta leadership politico- amministrativa, parti consistenti del territorio aviglianese ai valvassori di turno si è rivelata, nel tempo, perdente e controproducente causando quella lenta ed inesorabile “secessione” interna al Pd che ha portato alla spaccatura odierna. Ciò spiega l’estremo disagio con il quale la comunità aviglianese assiste, sconfortata e rassegnata, all’ennesima guerra fratricida nel centrosinistra. Il quale, nonostante i propri evidenti limiti, ha dalla sua la “fortuna” di non avere un’opposizione in grado di impensierirla minimamente alle prese com’è, anch’essa, con la sindrome del “conte Ugolino” tanto abile nel sottrarsi, nei momenti topici, al confronto elettorale quanto cinico nel mandare al massacro e così fagocitare, per rimanere nella metafora, i suoi ignari figli o, meglio, “italici fratelli”. Nel mutato scenario istituzionale nel quale è oramai evidente che occorre ripensare i livelli di decentramento amministrativo credo che il primo obiettivo del prossimo Sindaco di Avigliano dovrebbe essere quello di recuperare la gestione unitaria del territorio aviglianese mediante una pervasiva presenza che consenta di ricondurre a fattor comune talune legittime istanze in una quadro di efficienza , efficacia e sostenibilità economica delle scelte politico-amministrative che si andranno a compiere. La principale delle quali è quella di mettere a punto un grande “Piano di manutenzione” urbana ed extra urbana che consenta di garantire, innanzitutto, servizi ed infrastrutture degne di questo nome. Sul piano squisitamente politico ,invece, sarebbe auspicabile che il Pd lucano impedisse la deriva del partito aviglianese assumendo le iniziative idonee per giungere all’appuntamento elettorale con una lista e candidato unico. Da questo punto di vista entrambi i candidati, dovrebbero, quanto meno per senso di responsabilità, fare un passo indietro favorendo l’individuazione, all’in - terno del più ampio schieramento del centrosinistra, di una candidatura alternativa in grado di superare le attuali divisioni . Non bisogna mai dimenticare che, talvolta, in politica occorre saper fare per tempo un passo indietro per farne, poi, due in avanti.
18/04/2015 - autore: Andrea Pinto
fonte: IL QUOTIDIANO DEL SUD - EDIZIONE BASILICATA

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