IL PIANO URBANISTICO COMUNALE PER UNA DIVERSA CRESCITA

riprogettare il territorio aviglianese. Un “bugiardino illustrativo” per i candidati sindaci.

Se diamo uno sguardo al passato e guardiamo alla crescita urbanistica di Avigliano ci accorgiamo che il territorio ha subito una profonda trasformazione disomogenea che ha generato fenomeni difficilmente reversibili a spese dell’ambiente e dei suoi valori. Una città dove il centro resta disconnesso rispetto alle frazioni. Tutti centri e tutte frazioni, cresciute con una diversa idea di sviluppo, grazie ai feudatari, scollegata dal ciclo “produzione-consumo-progresso”. Quanti hanno pensato ad Avigliano città resiliente per resistere alle pressioni della storia? L’adattamento ai cambiamenti climatici è una necessità improrogabile, basta guardare agli ultimi eventi alluvionali di Genova e ai terremoti che si stanno svegliando per farci riflettere. Bisognerebbe mettere mano ad una pianificazione territoriale ad hoc che permetta al territorio di adattarsi e mitigare i rischi che ne derivano, e non puntellare gli eventi franosi. Una città resiliente va intesa in senso più ampio come realtà in grado di sviluppare delle “risposte innovative” a bisogni sociali ed economici, oltre che ambientali che devono resistere sia alle pressioni della storia, oltre che dell’ambiente minacciato dall’uomo e dal clima. Dal punto di vista urbanistico, questo approccio segna un passaggio fondamentale, un cambio di rotta: da un modello di riqualificazione urbana a uno di rigenerazione, che prevede il coinvolgimento attivo di tutta la popolazione nella sua definizione. Punto e a capo! È necessario un nuovo progetto per il territorio, dove chi ci vuole governare sia in grado di rilanciare idee, strumenti e pratiche per produrre alternative di futuro. Agricoltura, artigianato, industria, commercio, turismo, sanità comunale, patrimonio culturale, cura del paesaggio e spazio abitabile. Attivare la rigenerazione urbana e periurbane, implementare le progettazioni di riuso, produzione energetica sostenibile e innovative, non più sui terreni agricoli ma sui tetti delle case, reti infrastrutturali esistenti da potenziare. Mettere un punto fermo sulla stesura del piano traffico e del piano parcheggi e non ultimo approvare il piano del commercio assente da sempre. Un supermercato in meno e più botteghe di vicinato. Questo elenco, non è la lista della spesa ma sono gli elementi di una visione del territorio in cui la convergenza tra soggetti e risorse possa diventare il motore di una diversa crescita. Uno sviluppo inteso come progetto collettivo di condizioni di benessere e prosperità economica e occupazionale che possa migliorare i livelli di vita per molti settori della società contemporanea. Un’idea che nasce dal basso, fuori quindi dai circoli accademici dei maggiorenti, quello di trasformare il territorio aviglianese nato selvaggiamente e fuori controllo. “confronto – innovazione – concretezza”! Chi ci vuole amministrare deve dimostrare di sapere che per poter attuare politiche in un’ottica smart c’è bisogno di una costante comunicazione tra l’amministrazione, le associazioni, i volontari e i cittadini. Le iniziative che nascano dal basso di supporto alla futura amministrazione, devono presupporre sempre una volontà politica di cambiamento sottoscritto. Un esempio su tutti e una lista di priorità: basta con l’ampliamento dei due cimiteri. Ultimati questi posti in essere, bisogna mettere mano al Piano Regolatore Cimiteriale al fine di organizzare l’apparato che sottende all’amministrazione dei cimiteri. Le finalità sono quelle di organizzare, pianificare per i prossimi 30 anni, avere il coraggio di requisire, per il recupero, le cappelle gentilizie abbandonate, la disponibilità di posti inutilizzati e la gestione dei posti esistenti sulla base dei tempi di rotazione e di concessione determinati dalla normativa vigente e/o provvedimenti emanati dall’amministrazione comunale. Dichiarare ultimate le possibilità di ampliamento dei cimiteri esistenti e tracciare le linee guida per l’eventuale utilizzo di nuovo suolo questa volta si può anche pensare alla frazione di Possidente con forno crematoio annesso. Tornare a pensare alla realizzazione del terminal di Lagopesole, alla riqualificazione del foro boario, realizzare il progetto già esistente della piattaforma ecologica in ottica del potenziamento della raccolta differenziata e indifferenziata, recuperare la vecchia fabbrica SECIM con la vecchia stazione ferroviaria e la galleria che porta ai Tre Ponti dove è collocato il canile comunale così si può pensare di de localizzare in questa zona la casa di riposo, riqualificare la via francigena del percorso Mariano. Eccetera. Le cose da fare sono queste e tante altre ma ci vogliono gli euro per realizzarle, che si possono, comunque reperire direttamente attraverso i fondi comunitari 2014 – 2020. Del resto l’Europa è distante solo un click.
28/04/2015 - autore: Enzo Claps
fonte: AVIGLIANONLINE.EU

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