Gli alunni della Busciolano hanno tempestato di domande il Procuratore capo. La giornata organizzata nell’ambito del progetto “Caro magistrato ti scrivo”
POTENZA - Tante lettere a un ipotetico magistrato da parte degli studenti delle scuole superiori di primo grado dei capoluoghi delle regioni italiane sono confluite in un volume edito dall’associazione “Cultura e solidarietà” di Milano. Quali sono i quesiti e le riflessioni più comuni tra gli studenti? Interrogare i rappresentati dello Stato e interrogarsi su determinati meccanismi è utile a crescere, a capire, a improntare la propria azione nella società sui principi di libertà, uguaglianza e rispetto dell’altro. Al progetto “Caro magistrato...ti scrivo”, ha aderito anche l’Istituto comprensivo Busciolano di Potenza grazie alla fattiva collaborazione del Dirigente scolastico Anna Maria Calabrese e delle docenti Carmelina Tammone, Mariagrazia De Canio, Rafaela Raimondi e Miriam Palermo. Gli studenti della Busciolano hanno avuto la possibilità di ricevere giuste e puntuali risposte a numerose domande direttamente dal Procuratore Capo di Potenza Luigi Gay, ospite dell’istituto potentino. «Questo progetto ha sensibilizzato i ragazzi sul rapporto giustizia e società - spiega Anna Maria Calabrese - la nostra scuola si occupa da anni di integrazione. Il Procuratore Luigi Gay, oltre a essere una persona molto competente, è un genitore interessato a spiegare il concetto di vivere civile». «Siate cattivi con le domande», chiede espressamente il Procuratore agli studenti presenti all’incontro. «Tali attività - spiega Gay - promuovono livelli di interesse e di approfondimento su temi delicati e rilevanti. Il Procuratore della Repubblica è il Capo dell’ufficio indagini del Tribunale, è un rappresentante dello Stato. Io amo profondamente il mio lavoro. Nel corso della mia carriera, prima a Torino poi a Napoli, occupandomi di criminalità organizzata ne ho viste di tutti i colori ma non ho mai messo in dubbio l’importanza del mio lavoro. Ogni volta che ho aperto un fascicolo d’indagi - ne sono entrato nella vita delle persone, ma l’ho sempre fatto nel rispetto degli indagati. A 15 anni , infatti, sono diventato allievo della Nunziatella dove ho acquisito i valori che poi ho sempre applicato nella mia vita, in primis il rispetto per gli altri. Nel momento in cui si rispetta una persona si può fare tutto». Qual è l’indagine che più l’ha colpita?, chiede uno studente al Procuratore Capo. «L’assassinio a Napoli di Silvia Ruotolo, una madre innocente. L’omicidio ha suscitato all’epoca grande indignazione, ed è stato uno dei processi che mi ha toccato di più perchè mi sono immedesimato nel dramma di questa famiglia». Ma è proprio vero che la legge è uguale per tutti? Le regole sono valide sia per i politici che per i magistrati corrotti?. Domandano alcuni studenti emozionati ma al tempo stesso critici nei confronti della società. «Noi abbiamo una costituzione che è la nostra carta dei diritti fondamentali - spiega loro Luigi Gay - esiste una verità che conosce chi ha commesso il fatto, e una verità processuale, invece, che ognuno dovrebbe conoscere prima di esprimere un giudizio. Nessuno si può sottrarre alla legge e questo significa che la legge è uguale per tutti. Non esistono, tuttavia, categorie di persone che meritino di essere perseguitate. È sbagliato partire dal principio che il politico di per sé commetta reato. Il magistrato è soggetto alla legge, pertanto, ogni pena richiesta deve essere adeguata al fatto. Bisogna avere fiducia nell’attività della magistratura». «Io ho il brevetto da paracadutista - conclude - ho fatto un corso intensivo prima di simulare le situazioni di emergenza. Ti butti quando sei preparato, lo stesso fa il magistrato »
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22/05/2015 - autore: Angela Salvatore |
fonte: IL QUOTIDIANO DEL SUD - EDIZIONE BASILICATA |