Le urne ridefiniscono gli equilibri nel Pd e nel Centrodestra. Ma, come consuetudine, i partiti si mostrano allergici a ricorrere alla parola «sconfitta». Tutti «vincenti». Ecco i nuovi sindaci del Potentino
I giorni dopo le amministrative 2015 i risultati non si possono non leggere che in questo modo: con le lotte interne tra le correnti dem, che lasciano temere ulteriori possibili regolamenti di conti nei prossimi mesi; con le diatribe interne al Centrodestra i cui sviluppi sono ancora tutti da decodificare; con i Cinquestelle che non riescono a sfondare ed i partiti minori che un po' quà ed un po' là incasellano qualche amministratore. Uno scenario che, al di là del risultato dei singoli, porterà inevitabilmente i partiti, a cominciare dal Pd, ad interrogarsi, a valutare dichiarazioni e contraddizioni, a misurare pesi e contrappesi in vista dei posizionamenti futuri. A cominciare da quelli legati al rimpasto di giunta per arrivare a quelli collegati alle elezioni politiche che, nonostante la soddisfazione del premier Renzi, a questo punto potrebbero essere più vicine. E la prima domanda che non possono ignorare riguarda proprio l'astensionismo che anche in provincia di Potenza si è fatto sentire, facendo crollare di ben sei punti la partecipazione rispetto alle amministrative 2010 (dal 66, 82 per cento al 60 per cento). Ma questo ieri ed oggi era ed è un problema secondario. Perchè ora l’attenzione è concentrata sulle cose da fare, sui riposizionamenti da realizzare, sul lavoro da cui ricominciare. «Riflettiamo» è l’indicazione che si è data l’area De Filippo con un sms all’indomani del voto a Sant’Arcangelo e Corleto, roccaforti ora perse del sottosegretario alla Salute. Una riflessione dovuta per quella corrente colpita da un’ emorragia di consensi, se si considera che la «conquista» di Cersosimo non controbilancia la sconfitta ottenuta anche ad Avigliano ed a Forenza. A «riflettere», però, dovranno essere anche i pittelliani (che se mantengono Moliterno e prendono Corleto, non riescono a sfondare ad Avigliano) e gli esponenti dell’area Lacorazza (che non riesce a riconquistare Moliterno). Così dopo l’analisi del voto è evidente che nel Pd non mancherà la riflessione, ma anche le accuse reciproche. Sulle troppe divisioni, sulle eccessive frammentazioni. Le stesse che colpiscono il Centrodestra che riesce ad incasellare solo Tolve, ma con un esponente di Fratelli d’Italia. A differenza di quanto accade con il Movimento 5 stelle che per un soffio non ottiene la vittoria a Filiano e con gli alleati di Centrosinistra che, tra un comune e l’altro, riescono a rosicchiare al Pd più di qualche consigliere. Da destra a sinistra, dunque, il risultato delle amministrative viene letto come la base di una ripartenza, come la necessità di un nuovo inizio. Obiettivo comune dichiarato che, però, rischia di rimanere solo sulla carta. Perchè negli equilibri tra pesi, nella prova di forza delle correnti dem e dei partiti del Centrodestra, più che la strada dell’unità da ritrovare quella che si rischia di imboccare è la via delle rette parallele che non s'incontrano mai.
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02/06/2015 - autore: Antonella Inciso |
fonte: LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO |