Avigliano sceglie la continuità rieleggendo il sindaco uscente dopo le "lotte intestine" per la candidatura
AVIGLIANO - L’applauso scatta alle 3.28, quando la scaramanzia (ma solo quella) fa pensare che i giochi non siano ancora fatti. Scatta quando arriva la notizia del sorpasso: alla sezione 8, quella della frazione Sant’Angelo, nel feudo (ex) inespugnabile del signore delle tessere del Pd di Avigliano, Angelo Vito Sabia, il Centrosinistra per Avigliano (Cpa) è in testa. Vive anche di simboli, la politica, e quello che arriva in quel momento è l’immagine evidente di una competizione che competizione non è stata. Cade Sant’Angelo e la caduta fa rumore. E se di solito la vittoria ha molti padri e la sconfitta è orfana, stavolta le parti si rovesciano. A perdere sono in tanti. Perde Sabia, ed è una sconfitta ancor più rovinosa di quella che subì, quella volta direttamente, nelle Provinciali del 2009. Perde il gruppo dirigente che aveva conquistato la maggioranza nella sezione del Pd di Avigliano lo scorso anno, a cominciare dal segretario Carlo Lucia, rovinosamente battuto da un voto che lo colloca al terz’ultimo posto quanto a preferenze individuali, e da Donato Pace, che aveva provato a chiedere l’espulsione di Vito Summa dal Pd e che ora, nonostante i ruoli che gioca a livello regionale, subisce un pesante ridimensionamento. Perde chi, da dietro le quinte, ha lavorato perché si arrivasse alla rottura, in primis l’ex presidente della provincia Mimì Salvatore, che chiude in modo rovinoso la sua lunga carriera. E perde lo stesso Marcello Pittella, che pure ha cercato di mantenersi al di fuori e al di sopra dei giochi, ma per interposto Polese (altro grande sconfitto) ha fatto chiaramente capire da che parte stava. Doveva essere il classico “testa a testa nella notte”, e invece così non è mai stato. L’andamento è stato chiaro fin dalle prime schede: CpA che nelle sezioni del centro doppia i Progressisti democratici, mentre nelle frazioni, dove Mimì Pace avrebbe dovuto avere il bacino di voti più forte, lo scarto è stretto (ed anzi a Possidente Vito Summa è in vantaggio) e solo fra Stagliuozzo e Lagopesole i Progressisti riescono, per dirla con linguaggio sportivo, a mettere sia pur di poco il naso davanti. Il primo dato parziale, alle 0.48, dà Summa oltre duecento voti davanti a Pace (788-542): da quel momento, il trend non cambierà più. Fino alla notizia delle 3,28, che è il segnale che per Pace non ci sono più speranze. Alla fine sono dieci i punti percentuali (43.8 contro 33.6) e oltre settecento i voti (3267-2506) di scarto: un divario alla vigilia impronosticabile. Quello che viene fuori è un Consiglio comunale per quindici sedicesimi di centrosinistra, con la destra (la lista “Avigliano libera” si ferma sotto i mille voti e riesce ad eleggere il solo candidato sindaco Vito Lorusso) ai suoi minimi storici, e non è un buon segnale. Un Consiglio che si colora di rosa: 8 consiglieri su 16 sono donne, il Cpa elegge tutte e sei le candidate (e spicca il risultato di Roberta Raimondi e Carla Pace, seconda e terza nella graduatoria dei più votati), il gruppo dei Progressisti è per metà al femminile. Resta fuori Emanuele Gianturco, che qualche superficiale osservatore aveva considerato, al momento della presentazione delle liste, colui che avrebbe spostato gli equilibri del voto. E non torna in Consiglio Vito Fernando Rosa: Unità popolare supera di poco i duecento voti, troppo pochi per riconquistare il seggio. Non ce la fa nemmeno il Movimento 5 stelle, ma i 502 voti ottenuti alla prima prova amministrativa sono un risultato tutt’altro che disprezzabile. E’ quasi l’alba quando Vito Summa, Antonio Bochicchio (ancora una volta protagonista di un successo personale incredibile: 765 preferenze) e tutta la squadra fanno il loro ingresso nel Comune riconquistato. “Questa mattina”, è il primo commento del rieletto sindaco, che diventa il quinto (dopo Vincenzo Claps, Domenico Antonio Accuosto, Gerardo Coviello e Domenico Tripaldi, quest’ultimo fino ad ieri l’unico ad esser stato due volte sindaco nell’era dell’elezione dirtta) a ottenere il secondo mandato, “ha vinto la bella politica, ha vinto un progetto, e ha vinto soprattutto una nuova generazione messa in campo e che noi valorizzeremo. Dobbiamo proseguire con un progetto ambizioso, quest’oggi i cittadini ci hanno dato la forza per farlo: è una vittoria ogni oltre aspettativa, che sicuramente cambia il volto politico di Avigliano. Ed è una vittoria che lancia un messaggio anche ad altri ambiti: la divisione non porta da nessuna parte, soprattutto se è strumentale e non ha motivazione politica: è questo che il dato di Avigliano insegna”.
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02/06/2015 - autore: Giancarlo Tedeschi |
fonte: LA NUOVA DEL SUD |